SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
Uno slalom tra disagi, tormenti e resilienza. Un pazzo, ammirevole, grandissimo Pavanel
L'uomo simbolo, il personaggio da spot, il fulcro di tutto il sistema è stato lui, l'allenatore psicologo motivatore parafulmine condottiero. Non soltanto ha salvato il salvabile, impresa che a un certo punto sembrava disperata, ma ha trasformato un'annata drammatica in un appuntamento con la storia, scrivendo una pagina bellissima dell'ultra novantennale almanacco amaranto. Ci ha insegnato che le battaglie totali si possono vincere anche quando sembrano perse. E sarebbe bello rivederlo su quella panchina
TweetSe quello dell'anno scorso l'abbiamo archiviato come il campionato di Moscardelli, questo è il campionato di Pavanel. L'uomo simbolo, il personaggio da spot, il fulcro di tutto il sistema è stato lui, l'allenatore psicologo motivatore parafulmine condottiero. Tante volte abbiamo tessuto le lodi di un uomo che ha saputo districarsi tra più ruoli, facendo lo slalom tra polemiche e disagi, tra le difficoltà di una società allo sbando e la necessità di tenere la squadra al riparo dalla bufera.
Pavanel non soltanto ha salvato il salvabile, impresa che a un certo punto sembrava disperata, ma ha trasformato un'annata drammatica in un appuntamento con la storia, scrivendo una pagina bellissima dell'ultra novantennale almanacco amaranto.
Il bello è che all'impresa ci ha sempre creduto, non se l'è ritrovata tra le mani per caso o suo malgrado. Nonostante gli stipendi non pagati, i maltesi, gli inglesi, i romani, i tribunali, ha sempre tenuto la barra a dritta, navigando nel mare in tempesta con una determinazione che poteva sembrare incoscienza. Invece era ottimismo, era fiducia, era consapevolezza.
In una parola, era resilienza. Massimo Pavanel da Portogruaro ha sdoganato un concetto fondamentale per raccontare questa stagione così densa di accadimenti, di colpi di scena, di imprevisti, di conigli mai usciti dal cilindro, di ansie e di timori.
La capacità di far fronte alle difficoltà, la forza di volontà come ultimo appiglio, la certezza incrollabile di riuscire a superare gli eventi traumatici: Pavanel ha mixato tutto questo e alla fine ha tagliato il traguardo della salvezza.
L'aspetto emozionale non deve però cancellare l'abilità dimostrata nella gestione tecnica e tattica di un gruppo spremuto con costanza e lungimiranza, messo nelle condizioni di rendere al massimo sul piano fisico, nervoso e dell'interpretazione delle partite. I giovani (quasi tutti) sono migliorati, i meno giovani (quasi tutti) hanno dato dimostrazione di affidabilità ad alti livelli.
Pavanel non è stato solo, ha potuto contare su uno staff che gli ha permesso di lavorare al massimo. Ha avuto il sostegno (meritato) dello spogliatoio, della stampa, del pubblico. Ha battuto i pugni sul tavolo quando la società era un fuscello al vento, li ha stretti verso il cielo quando la sua squadra ha battuto l'Alessandria, il Livorno, il Siena, il Pisa. Li ha sciolti in abbracci quando sabato ha potuto buttare fuori tutto lo stress accumulato.
Può sembrare un'elegia di Pavanel, che ha come tutti anche i suoi spigoli e i suoi difetti. Ma quello che abbiamo potuto vedere all'opera è un allenatore che ci ha coinvolti dentro un sogno folle, che ci ha reso pazzi come è stato pazzo lui. Che ci ha regalato un'emozione indicibile. E che sarebbe bello rivedere su quella panchina. In ogni caso, grazie mister. Il calcio, certe volte, è una roba bellissima. E le battaglie totali si possono vincere anche quando sembrano perse.
scritto da: Andrea Avato, 07/05/2018
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