SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
La Maestà di via Molinara
Via Molinara è un’antica strada che collega la frazione di San Leo alla Chiusa dei Monaci, meravigliosa opera di ingegneria idraulica situata lungo il Canale Maestro della Chiana, costruita intorno al 1115 per volere dell’abbazia delle Sante Flora e Lucilla di Torrita di Olmo e più volte rinnovata nei secoli successivi.
TweetVia Molinara è un’antica strada che collega la frazione di San Leo alla Chiusa dei Monaci, meravigliosa opera di ingegneria idraulica situata lungo il Canale Maestro della Chiana, costruita intorno al 1115 per volere dell’abbazia delle Sante Flora e Lucilla di Torrita di Olmo e più volte rinnovata nei secoli successivi.
La via prende il nome dai molini che si trovavano nella zona. Uno di questi, sopravvissuto, nei prossimi anni sarà recuperato a spese della Provincia di Arezzo e ospiterà il Museo della Bonifica, appendice al sentiero ciclo-pedonale “Vittorio Fossombroni” inaugurato nel settembre 2008, che da Arezzo raggiunge Chiusi affiancando in tutto il suo percorso il Canale Maestro.
Percorrendo via Molinara, da San Leo verso la chiusa, dopo circa 700 metri si incontra sulla sinistra una grande Maestà risalente ai primi decenni del Novecento, composta da una replica della Madonna di Lourdes e da un grazioso tempietto in mattoni che la ospita.
Si tratta di un tabernacolo dalla storia curiosa e travagliata. Secondo la tradizione, fu commissionato da una prostituta che, alla fine della sua carriera, decise di ringraziare in questo modo la Madonna che l’aveva sempre protetta dalle malattie di natura sessuale, alle quali andava incontro con facilità chi svolgeva il mestiere più antico del mondo.
Nel giugno 1944, mentre i nazisti incalzati dalle truppe alleate erano in ritirata, una unità motociclistica tedesca passò da via Molinara e, a spregio, prese di mira con alcuni colpi di arma da fuoco la Maestà, danneggiando pesantemente il fianco sinistro della Madonna, che miracolosamente non andò in frantumi.
Nell’aprile 2008 un altro tragico evento mise a dura prova l’edicola sacra. Alcuni ladri maldestri, nell’intento di rubare la statua votiva, le arrecarono gravi danni. Il piedistallo sul quale poggiava, difatti, rimase fissato al suo posto, mentre il resto dell’opera cadde a terra rovinosamente. I furfanti scapparono senza refurtiva, lasciando sul posto una Madonna con serie lesioni ma che, anche in questo caso, non era andata in mille pezzi.
Tale episodio, collegato a quello di 64 anni prima, ancora impresso nella memoria collettiva di molti abitanti di San Leo, confermò che quella statua era nata per quel luogo e lì voleva rimanere. Nel giugno dello stesso anno il Circolo Acli della frazione decise di costituire un comitato popolare per raccogliere fondi e ristrutturare la Maestà.
In seguito la Madonna fu consegnata nelle mani sapienti della restauratrice Silvia Gualdani, mentre il progetto di recupero dell’edificio fatiscente fu affidato all’architetto Roberto Felici, di concerto con la Soprintendenza aretina. Attingendo a un documento fotografico degli anni Quaranta, che mostrava il tabernacolo nel suo aspetto originario, si sono potute ricostruire anche alcune parti che erano andate perdute con il tempo, come le due graziose colonne in pietra della facciata.
Grazie alla disponibilità del proprietario del terreno agricolo attiguo alla Maestà, infine, è stato creato un piccolo spazio a tergo della struttura, dove poter parcheggiare le auto e ammirare la bella Maestà, riaperta al culto il 30 maggio 2009 dopo solenni cerimonie.
scritto da: Marco Botti, 05/06/2009
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