SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
Caro Mosca, per te solo applausi. Anche se non è questo il calcio che sognavamo da bambini
Impossibile non volergli bene. Per come giocava, per i gol da sballo, per la fascia al braccio. Non solo barba e social, il Mosca era calcio frizzante, estro e fantasia. Era tante bocche aperte per la meraviglia. Era applausi sinceri per l'ammirazione. Era strette di mano per rispetto. E' per questo che tanti hanno sperato fino all'ultimo in una scelta di cuore. A 38 anni e mezzo, per un capitano sognatore come lui, non era impossibile. Invece ha prevalso la pragmatica ragione. Per uno del suo spessore ci saranno sempre abbracci e ringraziamenti. Però è un'altra storia senza lieto fine
TweetImpossibile non volergli bene. Per come giocava, per i gol da sballo, per la fascia al braccio. Non solo barba e social, il Mosca era calcio frizzante, estro e fantasia. Era tante bocche aperte per la meraviglia. Era applausi sinceri per l'ammirazione. Era strette di mano per rispetto. E' per questo che tanti hanno sperato fino all'ultimo in una scelta di cuore. A 38 anni e mezzo, per un capitano sognatore come lui, non era impossibile. Invece ha prevalso la pragmatica ragione.
Nulla si cancella né sarebbe giusto dimenticare la rovesciata di Prato, il cucchiaio di Cremona, lo slalom col Pontedera o quel tiro impossibile sulle pozzanghere di Pisa. Moscardelli è stato un bomber ma anche un esempio, uno che si è caricato sulle spalle la squadra, che a gennaio non ha abbandonato la barca prossima all'affondamento.
E' andato sotto la curva, petto in fuori, a prendersi le ovazioni e anche la contestazione dopo le sconfitte con la Lucchese, nei play-off di due stagioni fa e nel campionato appena trascorso. La sud, dopo anni di cori solo per la maglia, ne ha dedicato uno a lui. Il primo striscione ad personam, Moscagol l'ha ricevuto dalla Minghelli. Nemmeno in serie A gliel'avevano fatto.
Non c'è stata espulsione, squalifica, rigore sbagliato, prestazione sotto tono che abbia offuscato la popolarità del capitano. La gente lo vedeva dribblare in un fazzoletto, fare l'elastico, metterla all'incrocio, ed era felice. Dopo una vita, c'era di nuovo qualcuno, su quel prato verde, che muoveva il pallone e i sentimenti.
Il Mosca condivideva post su Facebook e belle sensazioni, storie su Instagram e sguardi rapiti. Era un simbolo e un'icona, per quanto la serie C, in una città di provincia, non offra una ribalta tutta lustrini e paillettes. Ma per Arezzo, quell'attaccante con la barba era un fiore all'occhiello e il biglietto da visita per il mondo fuori.
Lui ha vissuto i mesi tribolati dell'autunno e dell'inverno, ha vissuto la rinascita di primavera, anche se l'infortunio lo ha tolto di scena sul più bello, quando la grande rimonta ha preso corpo. Ha vissuto la straordinaria impresa di una società che, dalle macerie, ha ricostruito un progetto e che adesso, giustamente, vuole fare il passo secondo la gamba.
Che la nuova dirigenza non si strappi i capelli per un epilogo del genere, è una chiacchiera. Forse è vero, forse no. Lo capiremo con il tempo. Ma sarebbe stato bello se il Mosca, per una volta in questo ambiente senza più bandiere, avesse scelto con il cuore. Mettendosi a capo di una tifoseria piccola se raffrontata con quelle dei club d'élite, ma grande per anima e passione. Sarebbe stato in controtendenza, un po' com'è lui. Sarebbe stato da Moscardelli.
Non è andata così. Nulla verrà dimenticato del bomber, perché ha giocato due anni da capitano vero e per uno del suo spessore ci saranno sempre abbracci e applausi. Però è un'altra storia senza lieto fine. E per chi si affeziona a giocatori del genere, sopra le righe, è sempre una coltellata. Parafrasando quello che disse proprio il Mosca nei giorni tristi di febbraio, non è questo il calcio che sognavamo da bambini. E comunque, in bocca al lupo Davide!
scritto da: Andrea Avato, 30/06/2018
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