SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
Il 4-3-3 con la lode, i ritmi alti, l'esempio Guidolin. L'Arezzo scopre il calcio di Dal Canto
Dalle esperienze altalenanti con i grandi al triennio molto positivo con le giovanili. Ex compagno di stanza di Testini ai tempi dell'Albinoleffe, attento ai dettagli, abile comunicatore, il neo tecnico è uno che sa farsi ben volere dai giocatori e dall'ambiente. Diplomato a Coverciano con il massimo dei voti, è un amante del tridente offensivo ma, proprio come il suo allenatore modello, non disdegna il 3-5-2. I due anni di contratto più opzione per il rinnovo ne fanno il vero fulcro della programmazione amaranto
Tweet''No al calcio passivo''. Sarà una frase banale, ma in queste quattro parole c'è molto di Alessandro Dal Canto. 43 anni, esperienze variegate, l'arrivo ad Arezzo segna per lui il ritorno al calcio dei grandi dopo tre stagioni con i giovani.
I risultati lo hanno premiato: si è qualificato alla fase finale degli Europei con la nazionale under 17, è arrivato terzo in campionato e in finale al Viareggio con l'Empoli primavera, perdendo ai rigori contro il Sassuolo, è stato battuto dall'Inter nella semifinale scudetto con la primavera della Juventus.
Molto attento ai dettagli: così viene definito da chi lo conosce bene e ha avuto modo di seguirne le metodologie di lavoro. Trattasi di una caratteristica indispensabile per fare l'allenatore ma che non tutti sviluppano nel modo giusto: da meticoloso a pignolo il passo è breve e varcare quel confine sottile può essere controproducente.
Pieroni lo aveva messo in cima alla lista dei preferiti perché, oltre a conoscere a menadito i migliori under italiani, Dal Canto ha anche le phisique du role. Elegante, composto, è un uomo immagine che all'Arezzo in questo momento serve assai, sia per dare credibilità al progetto che per superare la pesante eredità di Pavanel, uno bravissimo sul campo e che creava empatia in modo naturale.
Dal Canto, stando alle referenze, sa farsi ben volere sia dai calciatori che dall'ambiente esterno. Una dote affinata con il tempo e temprata dalle prime stagioni da prof un po' altalenanti: molto buona quella a Padova (sconfitta in finale play-off), un po' meno quelle a Venezia e Vicenza.
La conferenza stampa di ieri lo ha messo in luce come un uomo diretto, sintetico, che va al dunque senza tanti giri di parole, ma con il sorriso. Se è vero che nel calcio moderno è fondamentale sapersi districare davanti a microfoni e telecamere, Dal Canto parte avvantaggiato. L'abilità del comunicatore gli tornerà comoda nei periodi di magra ma anche quando ci sarà da tenere i piedi ben saldi a terra.
Ex compagno di camera di Testini ai tempi dell'Albinoleffe, il neo allenatore dell'Arezzo dovrà gestire uno spogliatoio rifondato quasi per intero. Pochi confermati, tante facce nuove, un'età media che si aggirerà sui 23/24 anni, le difficoltà legate alla ricostruzione da coniugare con le ambizioni che la piazza coltiverà legittimamente.
''Un modulo di base ce l'ho in testa, poi dipenderà anche dal mercato'' ha detto ieri Dal Canto, che sui siti specializzati è etichettato come amante del tridente offensivo. Non per caso la tesi con cui si è diplomato al master di Coverciano, sei anni fa, verteva proprio su ''movimenti e caratteristiche dei centrocampisti nel 4-3-3''. La votazione finale, 110 e lode, depone a favore delle idee del mister.
Riconquista alta della palla, ritmi sostenuti anche in allenamento, aggressività nel pressing e nello smarcamento: questi i concetti su cui si comincerà a lavorare nel ritiro di Bagno di Romagna. Senza fondamentalismi però. Dal Canto è uno pragmatico che considera la duttilità un pregio e non certo un difetto.
Difatti, quando gli hanno chiesto quale fosse l'allenatore che ha preso a modello, lui ha risposto Francesco Guidolin, che è stato uno dei più lucidi interpreti del 3-5-2, modulo che può essere considerato il piano B amaranto.
Un profilo, quello di Dal Canto, che l'Arezzo ha studiato a fondo e che è stato scelto con cognizione di causa. Il campo e i risultati daranno il responso definitivo ma per adesso la realtà è molto chiara: due anni di contratto più opzione per il rinnovo fanno dell'allenatore il vero fulcro della programmazione amaranto.
scritto da: Andrea Avato, 10/07/2018
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