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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Francesca ed Elisa in campeggio in Irlanda
NEWS

Ciao Narciso, innamorato dell'Arezzo e non di te stesso. Il tuo baffo è scolpito nei ricordi

Furono merito tuo la terza promozione in B della storia e la rinascita della società dopo le macerie di fine anni '70. Sei stato un gigante del calcio aretino e ora il tuo profilo resterà nella storia. Se un giorno il popolo amaranto, il tuo popolo, riuscirà a realizzare il sogno della serie A, organizzerai lassù una gran festa, come quel giorno di trentasei anni fa a Vitereta



un'immagine della festa promozione del 1982 (foto MuseoAmaranto)Avevi anche il nome mitico e il baffo identitario e un po’ narcisistico. Insomma Narciso, era nel tuo destino essere il presidente più amato dagli aretini. Ne hai pieno diritto. Calasti in città dal tuo castello di Pieve a Maiano per fare la storia del calcio amaranto, con il grande Antonio Valentin Angelillo sul declinare degli anni settanta. Con lui riportasti in serie B per la terza volta l’Arezzo, risorto come l’araba fenice dalle macerie lasciate da uno dei tanti ramini di cui, al tempo, pullulava la città dell’oro.

Fu un un vero bengodi per gli affari ma non certo per il calcio aretino, che visse anni grami al punto da far tornare di moda l’autarchia e ci mancò poco di fare gli orti di guerra nel verde tappeto del Comunale. Se in campo ci salvò il grande Dino Ballacci, un altro che come te merita l’eterna gratitudine del popolo amaranto, dall’autarchia e dagli orti di guerra ci salvasti tu, Narciso contro corrente, innamorato più dell’Arezzo che di te stesso.

Così specchiasti il tuo baffo non in una pozza, ma nella festa indimenticabile della promozione, celebrata in un Comunale pieno come un uovo. Correva l’anno 1982. Trentasei anni sono trascorsi da allora: un’eternità. Ma chi ha avuto la fortuna di vivere quel tempo, ricorda solo una festa più bella per il calcio amaranto: quella della prima promozione, celebrata con la spedizione di Carpi nell’anno di grazia 1966, una città intera impazzita dietro all’Arezzo di Simeone Golia.

Questo ti dobbiamo caro Narciso. Sei stato un gigante del calcio aretino e ora il tuo baffo resterà nella storia amaranto come la rovesciata di Menchino Neri al Campobasso, scolpita come il Davide o dipinta come la Gioconda sul declinare della tua era da presidente.

Resta un rimpianto, che avrebbe potuto anche coronare il sogno che è sempre sfuggito al calcio aretino. Avresti potuto fare come Davide e usare come una fionda Tullio Gritti, per abbattere il gigante ostile, che finora ha impedito al calcio aretino di valicare le porte del Paradiso del calcio. La cessione del Tullio Volante al re del del Tondino mandò in orbita il Brescia, ma lasciò all’Arezzo una saudade che ancora vive su quella terra che tu ora osservi dall’alto.

Stamattina m’è parso di scorgere il tuo baffo dietro Lignano. Certo se un giorno il popolo amaranto, il tuo popolo, potrà realizzare quel sogno, organizzerai lassù una gran festa, come quel giorno di trentasei anni fa, a Vitereta.

 

scritto da: Giorgio Ciofini, 08/08/2018





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