SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
Cucinelli porta il suo cachemire in Borsa. E l'Empoli in serie D non ci andrà mai
Il presidente del Castel Rigone, nonostante la crisi, continua ad aumentare il fatturato della sua azienda senza trascurare l'attenzione per l'etica e l'amore per la sua squadra, che segue regolarmente dalla panchina. Più in generale, sono le basi solide a fare la fortuna delle società. E più che salire troppo in alto, è importante non scendere troppo in basso
TweetIn tempi di crisi come questi, ha chiuso il 2011 con 243 milioni di fatturato e circa 20 di utile, e tra qualche giorno la sua azienda sarà quotata in borsa. Nonostante questo Brunello Cucinelli, il re del cachemire, non rinuncia a vivere dalla panchina le partite del suo Castel Rigone, ed a lui dedichiamo la rubrica di oggi. Lo facciamo anche perché ci consente di ascoltare un grande pezzo dei Led Zeppelin, che appunto si chiama “Kashmir”, e perché ci fa fare anche qualche riflessione su cosa significa oggi essere dirigenti di una squadra di calcio. Per l'imprenditore umbro, che ha anche il merito di mettere al primo posto la parola “etica” nelle sue logiche di produzione, indubbiamente rappresenta uno sfizio. Uno come lui, con i numeri che abbiamo detto, potrebbe fare il presidente di qualsiasi squadra di serie A, ma ha scelto di puntare sulla squadra del suo piccolo paese portandola già ben oltre le proprie potenzialità, secondo i canoni classici, ed aspirando anche più in alto. Del resto, potrebbe anche produrre le sue confezioni in ogni parte del mondo anziché nel borgo di Solomeo, altro simbolo della sua filosofia che, ha spiegato al momento dell'annuncio della quotazione in borsa, è basata sul “rispetto dell’essere umano e della sua dignità morale ed economica”. Cucinelli nel calcio spende tanto, forse più di ogni altro in categoria, ma nonostante questo negli ultimi due campionati ha raccolto risultati inferiori alle attese. L'ambiente così ovattato, la società così organizzata, le divise sociali così trendy alla fine, in questa categoria, forse sono più un limite che un punto di forza, ma quello che è certo è che il patron non si dispera anche se la promozione tra i professionisti non arriva. Lo scorso anno, infatti, fu pregato in ogni modo dalla Federazione che lo voleva ripescare in C2 ma la voglia di fare il derby con il Perugia fu più forte del richiamo del professionismo, e quest'anno è stato il campo, pur avendo un organico di lusso, a negare anche soltanto la possibilità di lottare per la promozione. Cucinelli, con una battuta, ha detto che in questo finale di campionato può permettersi di rispondere al telefono quando siede in panchina, visto che l'importanza di queste ultime partite è relativa, e chissà se lo farà anche domenica contro l'Arezzo. A lui, comunque, tanto di cappello per quanto fa e per come lo fa, con una riflessione finale più generale che ci riguarda da vicino. Nei giorni in cui il presidente amaranto Severini sta riuscendo ad attuale il suo progetto, quello di una società calcistica che parta dal basso investendo sulle strutture e sul settore giovanile di proprietà, qualcuno lo richiama all'ordine invitandolo a riportare l'Arezzo dove gli compete. Proprio il Castel Rigone, però, dimostra che non sempre tutti devono stare dove, per chissà quale ragionamento, “gli compete” e se è vero che gli amaranto hanno incrociato la Juventus o il Milan, è anche vero che trascorreranno sei dei vent'anni tra il 1993 ed il 2013 nei dilettanti. Nessuna delle due cose, probabilmente, è un caso ma quello che è certo è che chi ha basi solide, vedi l'Empoli tanto per fare un esempio caro anche a Severini, può avere annate migliori o peggiori ma in serie D non ci va di certo.
scritto da: Luca Caneschi, 13/04/2012
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Brunello Cucinelli spiega la sua filosofia di lavoro
Commento 2 - Inviato da: Arretium Amaranthus, il 13/04/2012 alle 16:57
Un anno capita di scazzare completamente ma sono sicuro che il Castel Rigone la prossima stagione ci farà girare parecchio le scatole......
Commento 3 - Inviato da: giunta, il 13/04/2012 alle 18:30
comunque se porta le ditte in borsa ha finito i soldi anche lui
Commento 4 - Inviato da: Giulio Cirinei, il 13/04/2012 alle 18:38
Fino a quando "chi non fa" si vorrà permettere di dire a "chi fa" come secondo lui "dovrebbe fare" senza mettersi li a "far qualcosa", non si arriverà da nessuna parte
Certa gente mi sembra quei pensionati che stanno in piedi, mani dietro la schiena, a guardare dentro le buche dei cantieri, e a criticare il modo sbagliato di far le cose di chi è dentro la buca con l'acqua fino ai coglioni a sudare sette camice per fare il lavoro
Commento 5 - Inviato da: Giotto, il 13/04/2012 alle 22:12
comunque se porta le ditte in borsa ha finito i soldi anche lui
Esatto. E andrà ad aggiungersi alla miriade di aziendine sottocapitalizzate che sbarcano in borsa per poi tornare sui loro passi dopo qualche anno. Comunque gli auguro ogni fortuna, anche solo per mantenere i posti di lavoro dei dipendenti.
Mi verrebbe da dire anche a me che il prox anno ci farà vedere i sorci verdi, ma mi prude l'orecchio e quindi ho quella strana sensazione che il tipo faccia calcio per chissà quali motivi, senza un progetto sportivo specifico (di cui poi non c'è bisogno se è vero che ci mette tanti guadrini).
Commento 6 - Inviato da: DaM, il 14/04/2012 alle 10:23
Effettivamente se uno va in borsa ho ha un piano industriale importante (e intrinsecamente rischioso) o è un po' con l'acqua alla gola. La terza via è quotarsi in borsa perchè fa figo, cosa che putroppo - anche dalla nostre parti - è successa con risultati disastrosi. Però ecco, la quotazione in borsa per una azienda con un mercato tutto sommato artigianale mi lascia un po' perplesso.
Commento 7 - Inviato da: DaM, il 14/04/2012 alle 10:24
porco il xxxx (aggiungere divinità a piacere...). "o", non "ho".
Commento 8 - Inviato da: chiana, il 16/04/2012 alle 08:32
Nei giorni in cui il presidente amaranto Severini sta riuscendo ad attuale il suo progetto, quello di una società calcistica che parta dal basso investendo sulle strutture e sul settore giovanile di proprietà, qualcuno lo richiama all'ordine invitandolo a riportare l'Arezzo dove gli compete.
Luca facciamo i seri... non diamo troppa importanza a qualche cialtrone.
Commento 1 - Inviato da: DaM, il 13/04/2012 alle 14:57
Che poi avessimo fatto trent'anni di A potrei capirlo. Ma abbiamo fatto decenni di C con qualche bella soddisfazione in B, e gli "squadroni" che abbiamo incontrato sono arrivati sulla nostra strada non solo quando noi eravamo all'apice della nostra storia, ma anche quando quelle squadre toccavano il punto piú basso della loro.
Che il potenziale per togliersi grosse - ancora piú grosse - soddisfazioni ci sia non ho dubbi. Ma finché penseremo che quelle soddisfazioni ci spettino di diritto, che la volontá di lavorare insieme (societá, isituzioni, cittadini) sia solo un paravento societario per scopi meno chiari, e che impegnarsi sul serio anche e sopratutto se sei in zona retrocessione in D e non solo a un passo dai play-off per la A sia una cosa che non ci compete, allora non solo non ci meritiamo la D, non ci meritiamo nemmeno che qualcuno decida di gestire e far giocare questa squadra.