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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Marco, Niko e Giulio a Andalo - Trentino
NEWS

''Non è successo niente''. Gambe, testa, coraggio: avanti Arezzo. Al resto ci pensa la sud!

Ok la sconfitta di Piacenza, ok la prestazione così così, ok la rimonta subìta: nel calcio ci sta. Come ci sta che le difficoltà arrivino tutte insieme sotto forma di infortuni e squalifiche. Ma adesso bisogna compattarsi e gettare il cuore oltre l'ostacolo. Oggi è una di quelle domeniche in cui il pubblico deve farsi sentire e far capire ai più forti del girone che al Comunale nessuno ha vita facile



“Non è successo niente”. Chiunque abbia giocato al pallone almeno una volta in vita sua sa quanto sia un cult questa frase: hai preso gol? “Non è successo niente, dai che lo facciamo anche noi”. Sei passato in vantaggio? “Non è successo niente, è come se fosse 0-0”. Ecco, mercoledì sera non è successo niente. È solo la seconda sconfitta in sedici giornate, giunta in un turno infrasettimanale con vari elementi fondamentali della rosa indisponibili per infortuni o squalifica. Succede e ci sta. Non ho visto un approccio sbagliato, non ho visto un Arezzo più moscio o più arrendevole del solito. Forse un po’ più compassato, ma non più superficiale. Come non ho visto superficialità da parte del mister, che ha messo in campo la formazione tipo in questo momento (tranne Pelagatti per ovvi motivi) senza fare tanti calcoli o turnover in vista della partitissima di oggi, segno che l’avversario non era stato sottovalutato.

 

Semmai, ho visto una partita che ci è scivolata via di mano, come ci accade troppo spesso ultimamente, prima per un gol da palla ferma in cui sono stati tanto bravi loro quanto un po’ sulle gambe noi e poi, proprio quando l’inerzia sembrava tornare dalla nostra parte, per un’espulsione (Giusta? Esagerata? Comunque la si veda, salvaguardiamo il giocatore, che è un nostro patrimonio) che ci ha privato del perno in mediana e della superiorità numerica che sarebbe potuta essere grimaldello decisivo per portare l’intera posta a casa. E a quel punto sì, quando c’era bisogno di rimontare ho visto un Arezzo confusionario, senza idee precise, arruffone e frenetico. Le sostituzioni sono state un po’ particolari e chi è entrato non ha inciso, stavolta neanche Cutolo, l’eroe di domenica scorsa.

 

Ed eccoci, quindi, a oggi. Dire che siamo rimaneggiati è poco e il momento è il più delicato da inizio stagione: tutto ciò proprio quando arriva la favorita per la volata promozione. Ma non è successo niente, dicevamo. L’Arezzo è vivo e anche oggi di certo darà battaglia. Paradossalmente, dal punto di vista mentale questa sfida preoccupa meno di una come quella di mercoledì, perché oggi gli stimoli vengono da sé e da questo punto di vista verrebbe da dire che non c’è nulla da temere. È proprio a livello tecnico e fisico che ci sarà da lottare con il coltello tra i denti e l’elmetto in testa come quello nella sciarpa degli Ultras. “A capofitto nella mischia”, come con la Pro Vercelli, come a Novara (quando siamo stati schiacciati come mai prima), come a Siena nel finale in nove contro undici. Tutte partite in cui poi, al netto delle difficoltà, siamo usciti con dei punti in tasca.

 

Che poi, quello è l’Arezzo che ci esalta di più: sempre pronto a giocare come sa ma battagliero all’occorrenza e commovente per spirito di sacrificio. E magari poi arriva qualcuno che toglie il coniglio dal cilindro al momento giusto, come il capitano contro l’Alessandria. Anche l’Entella, tra l’altro, non è nel suo momento migliore e qualche scricchiolio l’ha avuto: resta un cliente scomodissimo, ma non è una macchina perfetta come sembrava all’inizio. Un punto debole ce l’aveva anche la Morte Nera in Star Wars, figuriamoci loro: troviamolo e colpiamo, sovvertiamo il pronostico, prendiamoci un altro pomeriggio di gloria. Andiamo allo stadio per tempo, per partecipare alla coreografia iniziale e poi facciamo vedere a tutti perché si parla spesso di “dodicesimo uomo in campo”. Ricordiamoci che siamo in casa nostra e qua nessuno ha vita facile. “Not in my house”. Forza ragazzi!

 

scritto da: Luca Amorosi, 16/12/2018





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