SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
Figlio di questa provincia, maestro di calcio: oggi sono 60. Happy birthday mister Sarri!
In terra aretina ci ha vissuto, lavorato e allenato. Da qui ha spiccato il volo, fino a spegnere le sessanta candeline al Chelsea, in uno dei club più prestigiosi d'Europa. Una storia che si è snodata tra Stia e Faella, Cavriglia e Tegoleto, Monte San Savino e San Giovanni Valdarno, fatta di passione e coerenza con le proprie idee. Poi, dopo la lunga gavetta, il salto di qualità con Empoli e Napoli. All'Arezzo, dove fu Pieroni a portarlo, fece staffetta con Antonio Conte: un'annata sfigatissima che tutti e due considerano un'esperienza decisiva per la carriera
TweetA proposito di compleanni. Oggi Maurizio Sarri ne festeggia 60, una cifra tonda toccata con la carriera all'apice del successo, al Chelsea, sulla panchina di uno dei club più prestigiosi d'Europa: mister di nome e di fatto. La storia del tecnico di Vaggio è intrecciata a doppio filo con quella di Arezzo: in provincia ci ha vissuto, lavorato, allenato. Da qui è partito e da qui ha spiccato il volo.
Stamani la Gazzetta dello Sport regala ai lettori un sunto della Sarri story, fissando come punto di inizio quel Tegoleto dove Aurelio Bidini e Roberto Bacci (detto ''lo sguscione'') furono mentori genuini e portafortuna. Sarri si era già seduto sulle panchine di Stia, Faellese e Cavriglia e dalle nostre parti tornò dopo un paio di puntate nel fiorentino con Antella e Valdema.
Tegoleto però segnò una svolta e lo portò alla Sansovino, sotto l'egida di Nario Cardini, dove la bacheca si arricchì con due promozioni dall'Eccellenza alla C2 e una Coppa Italia dilettanti. Poi ci fu la Sangiovannese (promozione in C1) e poi tutto il resto, compreso l'Arezzo.
Oggi Maurizio Sarri è un allenatore diverso da quello degli esordi, almeno sul piano delle esperienze e dei rapporti con l'esterno. L'immagine di uomo perennemente imbronciato, con lo sguardo serio, la sigaretta tra i denti e l'abbigliamento scuro, è stata modificata, anche se alcuni tratti hanno resitito al trascorrere del tempo.
Di sicuro è ancora uno che dedica al lavoro ventiquattr'ore al giorno, che per il calcio ha vissuto una gavetta lunghissima e non sempre facile, e che il salto di qualità, almeno per ciò che concerne la grande ribalta, lo ha compiuto a Empoli.
E' lì che è andato in soffitta il 4-2-3-1, vero mantra di Sarri nelle stagioni precedenti, a vantaggio del 4-3-1-2 e poi del 4-3-3. Il resto è storia recente, con il triennio di Napoli dove si sono alternate grandi gioie, capolavori tecnici e polemiche appuntite con il presidente De Laurentiis.
Sotto questo aspetto, Sarri è sempre lo stesso: coerente con le proprie idee, determinato a costo di apparire poco elastico e integralista. Ad Arezzo, con Piero Mancini, successe più o meno la stessa cosa, anche se quello era un contesto differente, in un'epoca differente, in un calcio differente.
Neanche Ermanno Pieroni, che aveva portato Sarri in amaranto ai primi di novembre del 2006, riuscì più a mediare dopo mesi di alti e bassi. E il mister ha sempre ricordato con sofferenza il retroscena del suo esonero di primavera, dopo la sconfitta di Trieste, quando apprese di essere stato cacciato dalla televisione di un autogrill.
Impossibile, comunque, dimenticare i risultati di prestigio contro la Juventus e il Napoli in campionato e contro il Milan in Coppa Italia. Sarri resta uno degli ex allenatori amaranto che è arrivato più in alto in senso assoluto, lottando per lo scudetto, giocando al Bernabeu in Champions e approdando in Premier League.
Questa etichetta se la divide con Antonio Conte, con il quale andò in scena la paradossale staffetta di quell'assurda stagione. I due si sono alternati ad Arezzo, si sono passati la panchina del Chelsea e si stavano per scambiare anche quella della Nazionale. Una carriera fulgida per entrambi e che, lo hanno detto loro, è stata segnata in modo indelebile dall'annata amaranto: sfigata ma preziosa.
In ogni caso, buon compleanno a Maurizio Sarri, maestro di football nonché figlio di questa provincia brontolona, complicata ma appassionata a fertile. Anche calcisticamente.
Leggi Amaranto Magazine del novembre 2006 - L'arrivo di Maurizio Sarri
scritto da: Andrea Avato, 10/01/2019
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