SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
Astinenza finita, la sud riapre i tornelli. Voglia di calore e di tifare: il freddo non la vincerà!
C'è chi si è fatto novecento chilometri domenica per seguire la squadra a Vercelli e chi potrà riabbracciare i colori amaranto stasera, in una partita che da sempre porta mille stimoli. L'Arezzo è incerottato ma ha il cuore grande, l'ha dimostrato in questi mesi. E di fronte a un giocatore che tocca l'anima come il Mosca, prepariamo una grande serata di calcio
TweetCrisi d’astinenza: qualcuno per superarla si è fatto circa novecento chilometri domenica per dare manforte agli amaranto a Vercelli; qualcun altro, la maggior parte, potrà riassaporare il gusto dei gradoni oggi che, finalmente, l’Arezzo torna davanti al suo pubblico in un derby sentito e dal significato ancor più importante e suggestivo per il ritorno sul prato del Città di Arezzo del capitano degli ultimi due anni di gioie e dolori, scottature ed euforia, paure e speranze. Dopo un dicembre a rotta di collo, insomma, ci sono stati venti giorni di nulla assoluto, per noi che ci piace vivere quei novanta minuti quando le maglie amaranto scendono in campo e poco più. L’attesa è finita, il campionato è ricominciato e la pausa non sembra aver giovato come ci si aspettava: attendevamo i recuperi di alcuni giocatori importanti e di farne rifiatare altri, invece ci troviamo in emergenza come non mai tra squalifiche, infortuni e acciaccati e, forse è solo un’impressione, con dei carichi di lavoro che hanno appesantito un po’ le gambe dei nostri.
Dopo un buon primo tempo in cui l’occasione più nitida l’abbiamo avuta noi al termine di un’azione davvero da manuale, la Pro, che è più forte e lo sapevamo già, l’ha sbloccata e l’ha congelata, lasciandoci per la prima volta con la sensazione che ci siano limiti invalicabili, forze insormontabili, avversari troppo più costruiti per vincere rispetto a noi, almeno per ora, almeno per quest’anno. È stata una sensazione del momento, però, fuggevole e “mobile qual piuma al vento”, così come tante altre volte quest’anno, di fronte a vittorie sorprendenti e a un gioco più che gradevole, abbiamo pensato di potercela giocare fino in fondo, di poter vincere con chiunque. La verità, come sempre, magari sta nel mezzo, ma noi dobbiamo subito rifare nostra la seconda sensazione, quella positiva, il bicchiere mezzo pieno.
Possiamo davvero vincere con chiunque, siamo davvero in grado di giocare come sappiamo contro qualsiasi compagine, anche se raffazzonati, anche oggi contro il Pisa del Mosca. A proposito, si parla di accoglierlo con indifferenza: ok, ma non me ne starò con le mani in mano se dovesse venire sotto la Sud a salutare, ma anzi lo applaudirò, con forza e convinzione e non m’importa nulla del pensiero schierato o di chi professa freddezza, ché tanto nel calcio i sentimenti non esistono. Lui la scorsa stagione è stato con noi fino alla fine ed è uno dei motivi per cui siamo ancora qui a giocarci queste partite e questi derby invece di stramazzare su qualche polverone in Umbria o in provincia, chiuso. Poi dal fischio d’inizio è un avversario, su questo non ci piove (né ci nevica, verrebbe da dire), e speriamo che Pinto e Pelagatti non gli facciano vedere palla.
C’è anche chi ha criticato Dal Canto per alcune dichiarazioni in conferenza stampa: quella metafora colorita a me invece ha gasato, altro che rassegnarsi o mettere le mani avanti. Che ci siano giocatori acciaccati è oggettivo, perché negarlo? La realtà è che andiamo contro i tir da inizio anno eppure ce la siamo cavata benissimo, ma questo non significa necessariamente che siamo un tir anche noi, anzi forse non esserlo è proprio il nostro segreto. La foto di uno studente in camicia che nel 1989 in piazza Tienanmen a Pechino affronta i carri armati è diventata uno dei simboli di protesta più diffusi e conosciuti al mondo. Noi se oggi ci crediamo, superiamo i nostri limiti e gettiamo cuore, testa e gambe oltre l’ostacolo, possiamo davvero essere l’uomo nudo che abbatte il tir, il moto di protesta che soverchia le gerarchie nel singolo match e, chissà, nell’intero campionato. Fino alla vittoria, Arezzo!
scritto da: Luca Amorosi, 23/01/2019
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