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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Claudio e Daniele in trasferta a Venezia
NEWS

Pontedera un anno dopo. Un altro spirito, un'altra classifica e tanta voglia di tifare Arezzo

Dodici mesi fa questa trasferta rischiò di essere l'ultima prima della radiazione. Poi per fortuna è andata diversamente e oggi si torna in quello stadio, dove Minghelli giocò la sua ultima partite e che ai colori amaranto non porta granché bene, per continuare a sognare. ''Non sarà una rimonta a farci vacillare'' stava scritto nello striscione portato ieri al campo d'allenamento. E i 300 aretini in trasferta ne sono la conferma



Evidentemente destino vuole che Pontedera non sia mai una trasferta normale. Non lo è da anni, da quando quel campo vide per l’ultima volta il nostro Lauro Minghelli rincorrere un pallone su un prato verde. E a maggior ragione, non lo è dalla scorsa stagione: solo a ripensarci vengono i brividi a visualizzare nella mente i flash di quel mini esodo malinconico, grosso modo in questo periodo, con il groppo in gola e le lacrime agli occhi per assistere a quella che doveva essere l’ultima partita degli amaranto prima di un’altra dolorosissima radiazione. Non fu così, per fortuna, per i tanti meriti di tante persone diverse, ognuna importante a suo modo, e adesso a Pontedera ci torniamo con tutt’altro spirito e tutt’altra classifica. Eppure, dicevamo, anche stavolta sarà una trasferta quantomeno particolare.

 

Sì, perché quello che è successo domenica scorsa non era mai successo in 96 anni di storia: una manciata di minuti lunghi un’eternità che potevano stravolgere tutto solo alle nostre latitudini, solo a noi, destinati a soffrire calcisticamente per chissà quali peccati, anche quando sembra fatta, anche quando la strada è spianata, anche quando l’andamento è più che positivo. Questi sono i pensieri che mi sono balenati in testa per gran parte della settimana, preso da un disperato fatalismo e devastato dall’impossibilità di dare una spiegazione a quello che era successo, senza la forza per riguardare gli highlights, ascoltare le interviste, leggere i commenti; senza la voglia di parlarne con tutti quelli che in questi giorni mi chiedevano il perché e il per come.

 

Poi succede che apre la prevendita per la partita di oggi, inizia la corsa ai posti in pullman e allora ti ricomponi, ti dici che era solo una partita, anche se non era solo una partita, che davanti c’è ancora tanta strada, che non c’è nulla di perduto o compromesso, e allora non vedi l’ora che arrivi un’altra battaglia per archiviare quel maledetto derby e provare a riprenderti ciò che ti è stato tolto (o meglio, che ci siamo tolti da soli). Perché anche se ci fa soffrire, anche se ci fa imbestialire, l’Arezzo si ama e se ti chiama, devi rispondere all’appello senza indugi. E poi perché quest’Arezzo è bello, diverte, emoziona, gioca bene, va forte, merita sostegno: anzi, ora che, dopo aver mostrato tutta la sua forza, ha mostrato anche tutti i suoi limiti, se lo merita ancor di più.

 

Fatto sta che ancora una volta, Pontedera è crocevia, è spartiacque, è bivio. Lo è anche per lo spiacevole botta e risposta tra il presidente La Cava e l’aretino Anselmi, una turbolenza che non ci voleva e stona dentro una società che sembrava rispecchiare tutti i parametri ideali per una gestione seria, serena e condivisa. A prescindere da chi abbia ragione e da quali parole rappresentino di più la verità, la faccenda poteva essere gestita meglio, senza sparate e accuse pubbliche ma con un CdA o con una riunione. La speranza è che ci siano margini per ricucire i rapporti archiviando anche quest’altro fulmine a ciel sereno, che comunque ci interessa e ci preoccupa fino a un certo punto: a noi ci importa solo prendere il pullman o la macchina, imboccare la A1 e poi la Fi-Pi-Li, arrivare allo stadio, entrare nel settore e tifare l’Arezzo, per ripartire dalla prestazione di domenica finendo con un risultato diverso, quello ci meritavamo e che ci dobbiamo prendere oggi. Tre punti per restare lì e continuare a sognare: “non sarà una rimonta a farci vacillare”. Forza ragazzi!

 

scritto da: Luca Amorosi, 09/02/2019





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