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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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Fabio, Stefano, Nicoletta e Roberta a Cuba
NEWS

Nessun dramma, nessun dorma. Il treno dei sogni sta per ripassare. Bisogna salirci sopra

La sconfitta di Carrara ha messo in evidenza la flessione di risultati dell'ultimo periodo, dovuta a più fattori: il calo di alcuni giocatori, il valore degli avversari, gli alti e bassi fisiologici di una rosa con molti under. Dal Canto e il suo staff dovranno rimettere in sesto le cose, anche perché nulla è compromesso e c'è sempre un obiettivo importante da raggiungere. Per questo serve un ambiente unito e compatto che si stringa intorno alla squadra, proprio come hanno fatto i tifosi la scorsa settimana allo stadio dei Marmi



Nessun dramma. Ma anche nessun dorma; in campo e fuori. La sconfitta di Carrara ha fatto male più per il punteggio (alla fine più largo dei demeriti) che per la classifica. E’ vero che abbiamo a lungo cullato il sogno di poterci collocare alle spalle della prima della classe (ad un certo punto, anche ambiziosamente un po’ più in su) ma è altrettanto vero che ancora niente è compromesso e che comunque siamo formalmente dentro i play-off praticamente da inizio stagione. La cosa non era affatto scontata visto da dove si arrivava e la rivoluzione totale che aveva interessato la rosa. Indiscutibile che una flessione ci sia stata, anche se i numeri (che, maledetti loro, non hanno quasi mai torto), ci dicono che la sensazione è più forte dell’effettivo calo. Nelle stesse partite del girone di andata l’Arezzo aveva collezionato 21 punti contro i 17 della fase discendente, non un abisso alla fine. Ricordo ancora le parole del nostro allenatore nel pre-campionato quando, parlando dei molti giovani, avvertiva che ci sarebbe stato da attendersi un alternanza di alti e bassi. Ecco, i nostri ragazzini hanno a lungo giocato con costanza e con rendimento altissimo. Adesso accusano una flessione forse più mentale che fisica e ci può stare.

 

 

Anche alcuni dei più esperti stanno segnando il rosso nel serbatoio, vuoi perché alle prese con problemi di salute (Luciani), vuoi per i tanti chilometri percorsi (Foglia). La cosa positiva è che le alternative ci sono ed è arrivato il momento di sfruttarle. Belloni è segnalato in grande forma, Sereni scalpita (e da aretino spero di vedere il suo cuore amaranto in campo sabato sera), Borghini e Burzigotti non hanno mai sbagliato quando sono stati chiamati in causa. D’altro canto la struttura di gioco che ci ha regalato emozioni e belle prestazioni (a prescindere dal risultato) da qualche settimana scorre meno fluida. Incidere tatticamente sulla prestazione anche a gara in corso ci potrebbe forse offrire maggiori possibilità di condurre in porto i risultati. La palla passa qui nelle mani dell’ottimo staff tecnico che conduce la squadra e che ne testa quotidianamente umori e condizioni. E’ il momento di fare quadrato tutti quanti per inseguire una prospettiva che solo dodici mesi fa pareva fantascienza e che oggi potrebbe invece essere alla nostra portata.

 

Anche per questa ragione stridono in maniera forte certe dichiarazioni che non posso non definire destabilizzanti. Acclarato che l’intesa tra La Cava e Anselmi è probabilmente agli sgoccioli, va anche dato atto ad entrambi di aver fatto fronte ai loro impegni con una esemplare correttezza, assicurando alla società di far fronte puntualmente alla gravosa scadenza di metà marzo. Le questioni personali ed economiche le definiranno e le chiariranno tra di loro, come è giusto che sia. L’unica cosa che fino ad oggi non è mai stata messa in discussione è il futuro dell’Arezzo. Farlo da fuori diventa uno dei tanti esercizi di “tafazzismo” nei quali da queste parti siamo specializzati, salvo poi domandarsi perché questa città è rimasta indietro a tutti o quasi in Toscana. Non voglio entrare nel merito di cifre che non conosco e che comunque, se fossero quelle, non mi pare che siano davvero preoccupanti a fronte di un patrimonio giocatori di assoluto rilievo. Constato però che la serie C (lo si dice da anni) è economicamente una sciagura e che qualunque società voglia coltivare qualche ambizione deve mettere in conto uno sbilancio anche sensibile tra costi e ricavi che poi magari, se vuole e se può, ripiana con cessioni.

 

 

Mi viene in mente il caso dell’Alessandria di due anni fa che dopo aver gettato al vento in maniera assurda la vittoria in campionato chiuse con uno sbilancio di 5/6 milioni di euro. Il presidente però, affiancato da uno staff dirigenziale di valore, non è affatto scappato. Ha ceduto i giocatori più quotati (e di proprietà), ha ridimensionato le ambizioni (compreso dai tifosi che ne avevano apprezzato lo sforzo nelle due stagioni precedenti) e sta lì a giocarsi il campionato in attesa che si ricreino le condizioni per tentare di nuovo l’avventura. A parte però le considerazioni di natura finanziaria, mi colpisce che proprio ora che servirebbe caso mai incitare la gente a venire allo stadio, a stringersi intorno alla squadra perché la possibilità di trasformare il sogno in realtà, c’è per davvero (e comunque se anche non fosse, già il solo fatto di sognare è un ebbrezza di non poco conto) ci si dedichi invece a seminare il dubbio, a ingenerare il sospetto. Se si vuol bene ad Arezzo e all’Arezzo è il momento di spingere tutti dalla stessa parte, è il momento di crederci nonostante le sconfitte, come hanno fatto i ragazzi della “Minghelli export” a Carrara. Il treno ripassa sabato notte e dobbiamo e vogliamo cercare di salirci ancora sopra.

 

scritto da: Paolo Galletti, 22/03/2019





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