SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
Bandiera Mencarelli, tifosi a perdere, il tabù di Cucinelli, il Conte di Arezzo
Il terzino ha vinto il Cavallino d'oro, un premio alle sue qualità tecniche ma anche al suo attaccamento. Intanto, mentre a Bari sono state arrestate tre persone che minacciavano i calciatori perché non vincessero le partite, a Castel Rigone è saltata la panchina di Mezzanotti. E a Torino il primo ex allenatore amaranto della storia è diventato campione d'Italia
Tweet1. Michele Mencarelli ha vinto la 55edizione del Cavallino d’oro, precedendo in classifica Cissé e Bucchi. E’ un premio meritato e un riconoscimento non solo alle qualità tecniche ma anche a quelle caratteriali. Va bene che l’Arezzo è arrivato secondo, ma certe cose non si scordano: quando si paventò il pericolo del fuggi fuggi, a dicembre, Mencarelli fu il primo a ribadire che sarebbe rimasto e che l’idea di fare la valigia non l’aveva nemmeno sfiorato. L’Arezzo ha bisogno di gente così, specie in anni complicati come questi recenti. Le famose bandiere.
2. E’ un periodo nel quale stanno cadendo gli ultimi tabù. Che i tifosi, in momenti di particolare tensione, potessero arrivare a mettere le mani addosso ai calciatori, si era sempre saputo. E la cosa era stata considerata, fin dai mitici anni ’70 (quelli in cui sembrava che il calcio fosse tutto bello e buono), come una deriva magari non giustificabile ma comprensibile. La squadra è in fondo alla classifica, i giocatori fanno le vacche, una sana ripassata non può che far bene: questo il pensiero comune, perché machiavellicamente il fine ha sempre giustificato i mezzi e in nome della vittoria ci sta tutto. Adesso invece si è scoperta una roba inedita: a Bari qualche tifoso ha minacciato e picchiato sì i calciatori. Ma affinché le partite le perdessero. Così potevano scommetterci sopra e guadagnarci qualche euro. Ne uccide più il business delle guerre.
3. Un altro tabù caduto, per restare più vicini a noi dell’Arezzo, è quello di Castel Rigone. Lì il presidente Cucinelli si vantava di non aver mai fatto fuori nessun allenatore, in ossequio all’eleganza che lo contraddistingue e che caratterizza la sua attività d’imprenditore. Qualcuno ha spiegato gli ultimi campionati della squadra, che parte sempre per vincere e non vince mai, proprio con la troppa tranquillità: chi siede in panchina sa che non verrà cacciato a prescindere, chi va in campo prende lo stipendio ogni 27 del mese e non salta un giro nemmeno in periodi di vacche magre come questi. Poco pepe nel di dietro e dunque poco ardore: così dicevano i detrattori. Adesso Cucinelli, in modo molto soft peraltro, si è adeguato all’andazzo generale: il Castel Rigone ha conquistato i play-off e lui ha fatto fuori Mezzanotti, sistemando in panca Riccardo Bocchini, ex difensore del Sansepolcro che duellò con l’Arezzo nel 95/96. Pure il re del cachemire ha ceduto al diavolo tentatore.
4. Siccome Antonio Conte sbottò dopo la retrocessione di Treviso del 2007, cagionata anche dall’infausta sconfitta della Juve contro lo Spezia, da queste parti sembra diventato impossibile parlare dell’allenatore che ha vinto lo scudetto. O meglio, sembra impossibile parlarne in termini di calcio puro, rimandando tutto alla polemica sulla Juve, l’Inter e il Milan, alimentata spesso da gente che non sa nemmeno se le partite dell’Arezzo si giocano ancora al vecchio stadio “Giuseppe Mancini” o nell’avveniristico impianto di Poggio Cuculo… Invece andrebbe sottolineato che Conte è il primo ex tecnico amaranto ad essere diventato campione d’Italia. In novant’anni di storia, il dato statistico non è così irrilevante. E secondo, per chi l’Arezzo lo seguiva nel 2007 e l’ha seguito pure negli anni a venire (non tantissimi in verità), torna a galla il rimpianto per come andò il post retrocessione. Conte sarebbe rimasto pure in C1 con un biennale, uno staff suo e una campagna acquisti-cessioni mirata. Cappietti, l’amministratore delegato, sponsorizzava questa soluzione. Piero Mancini, il presidente, chiosò da par suo: “Conte è un presuntuoso che pensa di essere Capello”. E lo levò dai tre passi. Col senno di poi, a Conte è andata meglio così. A noi molto meno.
scritto da: Andrea Avato, 11/05/2012
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Commento 2 - Inviato da: Arretium Amaranthus, il 11/05/2012 alle 11:44
L'ennesimo episodio della scellerata gestione Mancini.....se pensiamo ai giocatori che sono passati ad Arezzo in quel periodo ed ora sono stabilmente in serie A c'è da mangiarsi il fegato!
Commento 3 - Inviato da: RICK57, il 11/05/2012 alle 13:35
In molte trasmissioni sportive e' stato rimarcato come il "gioco ala Conte" e' nato ad Arezzo. Ed in effetti, sara' perche' Conte e il suo Arezzo non avevano piu' nulla da perdere, lui si dedico' ad un calcio prettamente offensivo..... Adesso di offensivo ad Arezzo c'e' solo il fatto che Conte venga associato alla Juve, con tutte le conseguenze, e non, come dice Andrea, a come abbiamo avuto la fortuna (nella sfortuna) di vedere all'opera uno dei migliori allenatori del panorama mondiale del momento, avendo il vanto di essere stati il suo trampolino di lancio
Commento 4 - Inviato da: el lagarto, il 11/05/2012 alle 13:43
Bravo Mencarelli, premio meritatissimo| | |
Commento 5 - Inviato da: Toni, il 11/05/2012 alle 15:40
EVVIVA!!!!! DOMENICA ARRIVA IL PAPA!!!!!
Commento 6 - Inviato da: Amaranta, il 11/05/2012 alle 17:11
Piero Mancini, il presidente, chiosò da par suo: “Conte è un presuntuoso che pensa di essere Capello”. E lo levò dai tre passi.
Ebbravo Mancini, come sempre!!!
Commento 7 - Inviato da: Toni, il 11/05/2012 alle 17:25
Amaranta te vai a vedere il Santo Padre?
Commento 8 - Inviato da: baicol, il 11/05/2012 alle 21:00
Ma per atterrare allo stadio gli ci vuole la tessera del tifoso??
Commento 1 - Inviato da: chiana, il 11/05/2012 alle 11:36
Piero Mancini, il presidente, chiosò da par suo: “Conte è un presuntuoso che pensa di essere Capello”.
Piero conte non pensava di essere capello... pensava ai CAPELLI!
Detto fra noi sportivamente parlando questo scudetto se lo è meritato (al di là di qualche regaluccio che le grandi ricevono sempre...) ma noi non siamo sportivi...