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I segreti di Arezzo - Il nuovo presbiterio del Duomo di Arezzo

Domenica 22 aprile è stato inaugurato il nuovo presbiterio del Duomo di San Donato, frutto di un accorto studio teso a recuperare l’originaria concezione dell’edificio gotico, anche attraverso i tre arredi fondamentali della liturgia: l’altare, l’ambone e la cattedra episcopale.



Particolare della cattedra episcopale. Sullo sfondo l'Arca di San Donato restaurataDomenica 22 aprile 2012 è stato inaugurato il nuovo presbiterio del Duomo di San Donato, frutto di un accorto studio teso a recuperare l’originaria concezione dell’edificio gotico, anche attraverso i tre arredi fondamentali della liturgia: l’altare, l’ambone e la cattedra episcopale.

Le tre opere sono state realizzate da Giuliano Vangi, artista fiorentino di fama mondiale, noto ai più per i suoi interventi nelle cattedrali di Pisa e Padova e per essere stato il primo artista occidentale ad avere un museo permanente dedicato in Giappone. Dal 2002, infatti, la città di Mishima ha inaugurato una struttura espositiva di 30mila metri quadrati che ospita una serie di installazioni dello scultore mugellese.

L'ambone polimaterico a destra del presbiterioL’inserimento di opere contemporanee nel duomo aretino ha creato un acceso dibattito in città tra favorevoli e scettici. Tuttavia quello di Vangi è un intervento che rimarrà nella storia, aggiungendosi idealmente a tutti quei riordinamenti che nell’arco di oltre sette secoli hanno definito la cattedrale aretina come la vediamo oggi.

La liberazione della tribuna absidale dal coro ligneo cinquecentesco, realizzato su disegno di Giorgio Vasari (che troverà una nuova collocazione dopo il risanamento), e l’ampliamento del presbiterio sopraelevato contribuiscono a dare una migliore visione prospettica dell’Arca di San Donato restaurata. La nuova pavimentazione è in lastre di marmo bianco di Carrara, impreziosita da sottili fasce di pietra gialla di Gerusalemme; quella ai lati della zona presbiteriale è invece in quadri di marmo bianco e bardiglio, in continuità con l’impiantito ottocentesco del resto del duomo.

Particolare dell'altare, con l'angelo in bronzo-nichel argentatoL’altare, in posizione baricentrica, è formato da una scultura in bronzo-nichel argentato con finiture in oro, raffigurante un sinuoso angelo che regge la mensa di marmo bianco. La cattedra marmorea, in asse con l’arca, presenta preziosi motivi fitomorfi e bassorilievi con episodi della Vita di San Donato. L’ambone polimaterico sulla destra, infine, è l’elemento più evidente dell’intervento. Il vuoto centrale, che evoca il sepolcro lasciato libero dal Cristo Risorto, è affiancato da un Angelo annunciante e dall’Albero della Vita. Su uno dei fianchi interni, invece, si scorge un bassorilievo raffigurante Gesù Morto.

In contemporanea all’inaugurazione del presbiterio, Diocesi e Soprintendenza BAPSAE di Arezzo hanno realizzato una mostra dedicata al maestro fiorentino dal titolo Vangi. Sculture e disegni, che occupa cinque sale del Mudas Museum al piano terra del Palazzo Vescovile e si protrarrà fino al prossimo 3 giugno.

Per approfondire: Il brusio degli angeli. L'uomo e il sacro in Giuliano Vangi (Autori Vari, Bandecchi & Vivaldi Editori e Stampatori, 2012)



scritto da: Marco Botti, 12/05/2012





COMMENTI degli utenti

Commento 1 - Inviato da: Amaranta, il 12/05/2012 alle 22:20

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Devo confessare che all'inizio ero un po' scettica, ma d'altra parte io sono per natura un po' conservatrice e contraria ai cambiamenti. Poi pero' sono stata alla Messa di inaugurazione e devo dire che il nuovo presbiterio è stupendo!!! La cosa che colpisce subito è l'arca di San Donato finalmente liberata dal buio del presbiterio di legno (anche se era del Vasari) e valorizzata al massimo. L'altare finalmente si allinea alle disposizioni del concilio vaticano II in tema di celebrazioni eucaristiche, prima era rimasto troppo antiquato quel modo di celebrare Messa. Ed inoltre sia l'altare che l'ambone sono bellissimi e simbolicamente molto importanti (il sepolcro vuoto rappresentato dall'ambone ha una simbologia stupenda).

L'unica cosa che spero venga cambiata (forse quando l'ho visto io era provvisoria) sono le seggiole dei sacerdoti concelebranti, che quando le ho viste io erano seggioline di tela da regista. Mi senbrano troppo discordanti con l'imponenza della cattedra in marmo.

Adesso sembra davvero una cattedrale gotica, qual è....

Commento 2 - Inviato da: Arretium, il 13/05/2012 alle 16:15

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Sull'importanza dell'autore non si discute, ma questo intervento potrà essere valutato con obiettività tra 10/20 anni e forse non basteranno. Di sicuro non passa inosservato. Io ancora ho un giudizio personale sospeso, anche se sto cercando di assimilare le modifiche. Cool

Commento 3 - Inviato da: paolo, il 28/05/2012 alle 16:43

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E' uno scempio!

Non esiste un minimo di  studio sulle proporzioni, sui materiali e sulle forme.

Un lavoro fatto in fretta del quale non si capisce assolutamente il senso se non quello di fare passare ancora una volta questa città e le sue istituzioni come approssimativa e priva di gusto.

L' altare sembra un centrotavola degli anni '60, troppo piccolo e insignificante per essere il centro della Liturgia, mentre l' ambone in marmo che si fonde con la scalinata e' a dire poco confuso.

Ma il massimo, a mio avviso, si raggiunge con la rimozione del coro ligneo del '500 del quale proprio non riesco a capire il senso. Il colmo è che ancora oggi all' interno della Cattedrale vengono vendute delle guide storiche artistiche dove il coro viene descritto come stupenda opera cinquecentesca su disegno di Giorgio Vasari (anche se questa è solo una attribuzione).

Consiglio a tutti gli aretini di guardare le foto di come si presentava il presbiterio prima dell' intervento e di come è adesso;  non si tratta certo di essere "passatisti" o "modernisti", ma semplicemente di avere o non avere gusto e sensibilità, conoscere un minimo della nostra storia e della nostra arte e, soprattutto, amare la nostra citta', cosa che troppo spesso dimentichiamo.

Senza considerare, inoltre, che l' interno della Cattedrale versa in condizioni pietose e di abbandono: sedie accatastate nella navata di destra, un enorme e orribile organo moderno nella navata principale, illuminazione inadeguata, il tutto pervaso da un senso di abbandono e trasandatezza. 

Posso capire il cattivo gusto e le manie di grandezza di un Vescovo, ma non comprendo assolutamente il benestare e la sudditanza della Soprintendenza ai Beni architettonici, così attenta e meticolosa quando un privato cittadino deve semplicemente tinteggiare la facciata della sua abitazione o, peggio ancora, l' interno di un vano nel centro storico, concedendo il suo benestare dopo mesi di attesa e innumerevoli saggi esplorativi.