SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
Testa sgombra, morale alto, gambe che girano, pubblico carico. L'Arezzo urla di fiducia
La foto di Sereni con il megafono, mentre lancia i cori alla fine della partita di Pistoia, è emblematica del clima positivo che si respira in giro: la squadra ai play-off ci arriva di rincorsa, con una condizione fisica e mentale ideale e con una tifoseria entusiasta. Tutto il contrario di quel che è successo negli anni passati, fin dai tempi di Cosmi e Cabrini. Il calcio è imprevedibile, però crederci non è sbagliato. Stavolta no
TweetLa foto di Samuele Sereni con il megafono che lancia i cori davanti al settore ospiti di Pistoia ormai l'hanno vista tutti. E' una goliardata di quelle che si fanno alla fine di una partita vinta, con 400 persone su di giri lì davanti e un risultato da festeggiare: Sereni poi molte di quelle facce che erano assiepate sui gradoni le conosce di persona.
Però questo clima inaspettatamente entusiasta, questa fiducia cresciuta cammin facendo sono segnali che non vanno sottovalutati. L'Arezzo ai play-off, a memoria di tifoso, c'è sempre arrivato in parabola discendente, con tanti dubbi e certezze vacillanti. L'esempio di due stagioni fa è emblematico: squadra a capo chino davanti alla sud dopo la sconfitta all'ultima giornata con l'Olbia, seconda mazzata di fila al Comunale dopo quella col Prato. Poi con la Lucchese andò come sappiamo.
Ma anche le volte precedenti lo scenario era simile: la staffetta Galderisi-Semplici nel 2010, il 2-2 aumm aumm con la Ternana nel 2009, la squadra di Cabrini esausta e spompata nel 2001, quella di Cosmi che ne vinse solo una delle ultime cinque nel 2000. Tutte anticamere di delusioni più o meno meritate agli spareggi.
Oggi è differente. L'Arezzo ha disputato un campionato sopra le righe e le aspettative, al quarto posto c'è salito di rincorsa, ha vinto bene le ultime due, è rimasto sempre sul pezzo anche grazie agli incroci del calendario, ha il pubblico interamente dalla sua e non ci sono nemmeno le pressioni derivanti dall'obbligo di vincere: più avanti si va, meglio è.
Una leggerezza che, a sentire allenatore, giocatori e dirigenza, potrebbe veramente essere l'arma in più, a patto che venga gestita nel modo giusto, senza assilli e senza superfiialità. Ma a giudicare dalle parole di Dal Canto, Foglia, Brunori, solo per citare i pareri più recenti, questo pericolo non esiste.
Chi dice che i play-off sono un capitolo a parte, un altro campionato, dice una mezza verità. E' vero che le gare secche e il doppio turno andata/ritorno spostano un po' gli equilibri e rendono più decisivi gli episodi, ma i valori quelli sono e si tratta soltanto di riportarli sul campo.
L'Arezzo ha dato prova di giocarsela alla pari con tutti, anche con squadre che vantano organici più ampi, esperti e qualitativi: è merito dell'organizzazione tattica raggiunta e affinata con il trascorrere dei mesi, oltre che dell'abilità dei calciatori certificata da risultati e punti in classifica.
Insomma, quest'anno si può veramente aspirare a qualcosa di bello, che non vuol dire necessariamente andare in serie B. L'Arezzo non fa parte del gruppetto delle tre o quattro favorite, ma ai nastri di partenza si presenta con la testa sgombra, il morale alto e le gambe che girano. E con un pubblico carico a pallettoni. Il calcio è imprevedibile, però crederci non è sbagliato. Stavolta proprio no.
scritto da: Andrea Avato, 09/05/2019
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