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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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Giacomo a Santorini
NEWS

La Cava, che anno quest'anno... 85 punti, il 5 maggio, i play-off: ''Il calcio, la mia passione''

A tre giorni dall'esordio nei play-off, il presidente ripercorre quattordici mesi pieni di emozioni, dalla salvezza dell'anno scorso a Carrara all'attesa per l'esordio di mercoledì: ''Il primo tempo con l'Entella è il flash più nitido che ho in memoria, il gol di Foglia al Piacenza quello più bello in assoluto, la vittoria al ''Garilli'' ci ha dato la svolta. Arrivare alla fase nazionale degli spareggi, sarebbe un successo clamoroso. Il cruccio? Il consorzio di imprenditori aretini che doveva entrare in società per dare una mano a me, Anselmi e OA: alla fine non se n'è fatto nulla. Spero che l'ipotesi riprenda corpo''



il presidente La Cava stringe la mano ai tifosi prima della partita di PistoiaMarzo 2018, il giudice fallimentare concede all'Arezzo l'esercizio provvisorio. La squadra, dopo un mese di riposo coatto, può tornare a giocare. L'avventura di Giorgio La Cava alla guida del club comincia lì, da quella trasferta di Viterbo persa 2-0. E' una delle pochissime sconfitte subìte in un anno solare e poco più, risultati negativi che si contano sulle dita di due mani: otto in totale, a fronte di 85 punti conquistati a cavallo di stagioni splendide ancorché diverse.

 

Presidente, ci credeva in questi play-off?

L'estate scorsa ni, poi cammin facendo assolutamente sì. Quando abbiamo costruito la squadra, mi avessero detto che saremmo arrivati decimi, entrando nei play-off all'ultimo tuffo, ci avrei messo la firma. Questo quarto posto secondo me è il top.

Rimpianti ne ha?

Per come è andato a finire il campionato, assolutamente no. Dobbiamo anche essere realisti e tenere di conto le nostre cose buone. Dopo la vittoria di Alessandria, mi chiamò un giornalista da lassù e mi disse che l'Arezzo era la squadra dal gioco migliore tra tutte quelle che avevano visto. Me l'hanno fatto notare in tanti questo dettaglio ed è un gran complimento.

C'è un'immagine che le è rimasta impressa più delle altre, legata a queste 38 giornate?

Il primo tempo contro l'Entella al Comunale: eravamo avanti 2-0, avevamo surclassato gli avversari, sembravamo una squadra di serie B. Poi andò come andò ma quei 45 minuti ce l'ho stampati in memoria.

 

 

C'è stata una partita della svolta secondo lei?

Quella di Piacenza. Vincemmo 2-0 col piglio della grande squadra e probabilmente è lì che prendemmo coscienza delle nostre possibilità.

E invece, ribaltando la situazione, quand'è che si è mangiato le mani?

Viene facile citare la partita con il Siena. Ma confesso che la partita in cui mi sono innervosito di più è stata quella con il Gozzano in casa.

Alla penultima giornata?

Sì. A metà secondo tempo, quando loro hanno sbagliato il gol dell'1-1, me ne sono andato dalla tribuna. Ero incazzato nero, anche se poi mi sono calmato: avevamo un sacco di assenze, eravamo in emergenza. Il fatto è che durante i novanta minuti mi scaldo, sono fatto così. Devo dire che la squadra, piano piano, è diventata più cinica. Ah, voglio aggiungere una cosa.

Dica.

Riguardo le cose che mi sono rimaste in mente, aggiungo l'azione del gol di Foglia al Piacenza: mica si vede in serie C un'azione del genere. Quanto gioco abbiamo macinato...

C'è un calciatore per il quale vuole spendere una parola di elogio in più?

No, la parola la spendo per il gruppo: da questi ragazzi non è arrivata mai una parola fuori posto, mai una polemica. Così è più facile vincere.

Mercoledì è vicino, presidente. Che sensazioni ha?

Positive, non lo nego. I due risultati su tre e il fattore campo ci favoriscono, abbiamo anche riposato più degli avversari. Poi c'è l'imponderabile: oggi come fai a dire chi vincerà i play-off? I meccanismi psicologici del calcio sono sempre gli stessi, dalla Uisp alla Champions. Non si sa mai come va a finire: le partite di Liverpool e Amsterdam ce lo confermano. 

Si gioca in gara secca: si aspetta novanta minuti spettacolari o molto tattici, senza grandi occasioni?

Chi verrà ad Arezzo, dovrà vincere per forza, quindi tanti tatticismi non si possono fare. Poi dipende da come vanno gli episodi, l'importante è che noi usiamo la testa giusta. Arrivare alla fase nazionale sarebbe un successo clamoroso.

 

 

Il 5 maggio l'ha festeggiata la ricorrenza? Un anno fa la giornata fu memorabile pure per lei.

Quando rivedo le immagini di quella mia corsa verso i tifosi, mi torna tutto alla mente: scaricai due mesi di tensione, c'era il rischio di aver comprato una società di serie D, avevo i curatori alle calcagna. Giocammo d'azzardo e per fortuna è andata bene.

Rifarebbe tutto dall'inizio, presidente?

Lo stress è tanto, dico la verità. E io ho vissuto quasi solo i lati positivi del mio ruolo, perché l'anno scorso ci siamo salvati senza neanche la coda dei play-out e quest'anno siamo arrivati al quarto posto. Gestire una società è un impegno gravoso sul piano economico, ma anche su quello psicologico. Senza contare che assorbe quasi tutto il tempo di una giornata. Però sì, lo rifarei. Il calcio è una passionaccia che ho fin da bambino.

Ha già fatto un pensierino alla stagione che verrà?

In parte, ma il mio auspicio è chiudere bene questi play-off, poi penseremo al resto. Tra un mese ci sono incombenze grosse, servono soldi e infatti sto cercando di effettuare alcuni pagamenti in anticipo, in modo che l'ultima tranche di giugno sia più leggera. E' chiaro che, in prospettiva, monetizzare la cessione di qualche calciatore sarebbe utile per noi.

L'assetto societario attuale è destinato a durare oppure no?

Vediamo. Con Massimo Anselmi i rapporti si sono rasserenati, faremo entrambi le nostre valutazioni e decideremo. Se devo dirla tutta, ho un solo cruccio legato a questa stagione: l'estate scorsa in piazza Grande, la notte della grande festa, sembrava imminente l'ingresso di un consorzio di imprenditori locali in società. Il nuovo Arezzo aveva un presidente senza secondi fini legati ad appalti o speculazioni, un vicepresidente del posto, Orgoglio Amaranto: l'assetto ideale per accogliere investitori aretini. Poi non se n'è fatto nulla e mi è dispiaciuto. Potevamo diventare una piccola Spal. Mi auguro che questa ipotesi prende corpo di nuovo.

In città comunque spuntano bandiere ovunque. Mercoledì ci sarà un gran pubblico allo stadio.

E io ne sono felice. In certe occasioni, non c'è bisogno di incentivi per portare gente alla partita. L'incentivo sono i play-off.

 

scritto da: Andrea Avato, 12/05/2019





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