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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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Francesco, Maurizio, Marco e Luca a San Siro
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Carrarese-Arezzo: il Museo racconta...

Battaglie totali, imprese epiche ma anche sonore batoste. La trasferta di Carrara non è maibanale. Il presidente onorario del Museo Giorgio Peruggia nella particolare veste di doppio ex della sfida.



La festa a Carrara dopo la vittoria della

Dopo il successo casalingo contro l’Olbia al termine di una prova convincente, l’Arezzo cerca continuità sul difficile terreno di gioco dello Stadio dei Marmi di Carrara contro i giallo-azzurri di mister Baldini. L’ultimo precedente in terra marmifera non è incoraggiante: il 16 marzo scorso gli amaranto subirono la peggior sconfitta stagionale, un 3-0 in cui Brunori si fece anche parare un rigore che poteva riaprire i giochi dall’ex Borra.

Fortunatamente, però, ci sono anche due precedenti in grado di regalare un sorriso ai tifosi amaranto. Il primo in ordine cronologico è quello del 26 maggio 2002, nei playout: l’Arezzo di mister Pino Pellicanò sembrava già spacciato perché doveva recuperare la sconfitta per 2 a 1 rimediata in casa per non retrocedere in serie C2, invece gli amaranto si imposero a Carrara addirittura 0 a 3 grazie alle reti di Amore, Aglietti e Testini e ottennero un’insperata salvezza. Proprio Emiliano Testini dirà che “quella fu la più bella partita disputata in quel periodo. Dopo una stagione disastrosa, riuscimmo a conquistare una salvezza nella quale nessuno sperava […] Quel mio gol fu una sorta di liberazione da un’annata che rimarrà sempre impressa nei miei ricordi”. L’intervista integrale è nel libro “Noi abbiamo le gambe alate” del fido collaboratore del Museo Luca Stanganini.

Ancor più nitidi sono però i ricordi da brividi di un’altra trasferta finita bene, quella del 5 maggio 2018. Ciò che accadde in quella stagione tormentata e in quella fatidica partita ormai lo sanno tutti: l’Arezzo rischiò di sparire mesi prima, ma l’intervento salvifico di Orgoglio Amaranto e di tutto il popolo amaranto che ha l’Arezzo nel cuore, oltre al contributo decisivo dell’attuale presidente La Cava, permise di ottenere e proseguire l’esercizio provvisorio e di terminare la stagione; il generale Pavanel lanciò il guanto di sfida, l’Arezzo macinò punti che lo tennero a galla nonostante i quindici di penalizzazione e Cellini, a tempo scaduto, mandò i cinquecento e passa aretini assiepati nel settore ospiti in estasi. Ci salvammo senza passare dai playout: la battaglia totale era compiuta.

 

Un immagine di Giorgio PeruggiaIn qualità di ex giocatore di entrambe le squadre, infine, abbiamo pensato di parlare con il presidente onorario del Museo Amaranto Giorgio Peruggia, che ci ha lasciato una preziosa testimonianza della sua esperienza ad Arezzo prima e a Carrara poi: “Mi sono trovato benissimo da entrambe le parti. Dei miei anni nelle fila amaranto ho dei ricordi stupendi che coincidono con la promozione dalla promozione, per l’appunto, alla quarta serie fino a giocare in serie C a livello professionistico, ma anche per il bel rapporto con un grande allenatore come Giuseppe Andrei (per di più nato proprio a Carrara, N.d.C.) e un presidente incredibilmente umano come Simeone Golia, che capì le mie necessità e mi lasciò andare a Carrara nel 1960. In pratica a quei tempi, come mi diceva il mio caro babbo, se non eri un giocatore di serie A o serie B dovevi trovarti anche un altro lavoro e con l’Arezzo in C non potevo permettermi trasferte lunghe e costose in Sardegna come a Carbonia o Sassari, per cui scesi nei dilettanti a Carrara. Là il rapporto con la piazza non era facile, loro erano anarchici, la classe operaia contro i “padroni” del marmo, o eri con loro o eri contro di loro: se ti prendevano in antipatia, era finita. A me invece andò bene, appena arrivai mi fecero capitano ed evidentemente apprezzarono le mie qualità umane e morali. C’è una cosa che accomuna le esperienze che ho fatto ad Arezzo e Carrara: quando ti ritrovi in categorie inferiori, a giocare nei piccoli paesi di provincia, tutte le avversarie contro di te danno il massimo, ragion per cui non è mai facile salire di categoria. Io posso dire di esserci riuscito sia con gli amaranto che con i giallo-azzurri”.

Al prossimo appuntamento con il Museo Amaranto, con la speranza di aggiungere un altro bel ricordo legato alla trasferta di Carrara.

 

scritto da: Luca Amorosi, 14/11/2019





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