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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

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Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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Il fallimento e la radiazione: 27 anni fa la pagina più nera della storia dell'US Arezzo

Dopo 70 anni di storia il Cavallino chiude per la prima volta i battenti: era il 17 Aprile 1993 quando il tribunale fallimentare di Arezzo decretò la fine della vecchia Unione Sportiva Arezzo dando di fatto il via libera alla Lega che estromise gli amaranto dalla C1, primo caso in Italia di cancellazione a campionato in corso. Il giorno seguente l'Arezzo non si presentò a Vicenza e sarà necessario un grande sforzo dei tifosi per permettere la ripartenza l'anno successivo



''Vergognatevi tutti'': lo striscione esposto dalla curva sud in una delle ultime partite casalinghe della stagione 1992/93 è la sintesi perfetta di quello che avvenne 27 anni fa. L’Unione Sportiva Arezzo, dopo settant’anni di storia, viene dichiarata fallita e, primo caso in Italia, viene radiata dal campionato a stagione in corso. La ‘’morte’’ del sodalizio amaranto è di fatto una morte annunciata. L’Arezzo si barcamena da anni in mezzo a  problemi finanziari sempre più gravi: in pratica dopo la retrocessione dalla serie B del 1988 ha vivacchiato in C raccogliendo pochissime soddisfazioni e accumulando molti debiti. Ricordare quella vicenda è talmente doloroso che lo evitiamo volentieri. Il presidente dell’ epoca Mauro Bianchini rilasciò una intervista ad Amaranto Magazine nel 2008 che merita di essere riletta attentamente per cercare di capire meglio quell’annata allucinante. Per la cronaca di quei giorni ci affidiamo ad una compianta bandiera amaranto, Mario ‘’Pinella’’ Rossi, che di quell’Arezzo fu suo malgrado l’ultimo dei vari allenatori che guidarono quella squadra. ‘’Pinella’’ nel suo libro ‘’Una vita in amaranto’’ racconta così le ultime ore di vita dell’U.S. Arezzo:

 

 

''Purtroppo il 4 Marzo 1993 arriva l’inevitabile: si portano i libri in tribunale ed il giudice Cappelli con il dottor Rossi si incaricano di curare il fallimento dell’U.S. Arezzo. I due professionisti varcano la soglia degli spogliatoi del Comunale mercoledì 7 Aprile per comunicare alla squadra ed al personale dipendente il fallimento della società con il permesso di continuare ad allenarsi nella prospettiva di poter finire il campionato se verranno reperite entrate sufficienti a poter sostenere i costi delle trasferte. Nei giorni seguenti c’è una corsa spasmodica alla ricerca della cifra (circa 525 milioni di lire) che la Lega Calcio ritiene necessaria fino al completamento del campionato e che potrebbe garantire il proseguimento dell’esercizio provvisorio. Tale soluzione permetterebbe di arrivare al calcio mercato salvaguardando l’unico patrimonio di una società di calcio, cioè il capitale giocatori, che potrebbe essere liquidato, a tutela degli interessi dei creditori in modo di permettere agli azionisti di risanare il bilancio e magari di trovare a quel punto nuove forze disposte ad impegnarsi nella gestione della squadra che avrebbe almeno conservato il suo nome, la sua storia, il suo titolo sportivo. Con questo scopo si prodiga generosamente il Comitato di Sostegno. I vari Beoni, Ficai, Padelli (presidente degli industriali aretini), si danno tutti alacremente da fare per raggranellare la cifra necessaria a finire il campionato. Anche Mario Fara, grande ex centrocampista amaranto, si muove per cercare di riunire in cordata imprenditori di sua conoscenza. Arriva sabato 17 Aprile. E’ l’ora della partenza per Vicenza ed ancora non sappiamo se possiamo partire oppure no. Per tutti l’attesa è spasmodica, per me è quasi insopportabile. Dopo quarant’anni passati a lavorare, soffrire, gioire, sudare ed amare questa società non posso credere che tutto possa finire in una maniera così ingloriosa: radiati da tutti i campionati. Finalmente alle 12.30, la notizia definitiva nello studio del curatore fallimentare dottor Giancarlo Rossi. Mi viene comunicato che non si sono trovati i fondi necessari , per cui il Tribunale di Arezzo non ha concesso l’esercizio provvisorio. In questo momento termina ad Arezzo il calcio professionistico.’’

 

Non servono molte altre parole per descrivere quei giorni, ma merita riflettere su come la storia si sia poi ripetuta negli anni successivi incredibilmente simile a quella del 1993. La città, la stragrande maggioranza degli imprenditori aretini, ha lasciato altre due volte morire la propria squadra nell’indifferenza più totale. E sempre la rinascita ha portato la firma dei tifosi. Avvenne in quel 1993 poi nel 2010 e di nuovo nel 2018. La foto che pubblichiamo della prima assemblea alla CGIL nel 1993 dice chiaramente da chi ripartì l’Arezzo 27 anni fa. Ricordiamocelo ancora una volta, nella speranza che queste situazioni restino solo sgraditi ricordi.

 

Le foto dell'articolo sono state concesse da Marco Kaos che ringraziamo

 

 

scritto da: Simone Trippi, 17/04/2020





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