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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
il Ghigo agli allenamenti della squadra
NEWS

Il tempo scorre senza buone notizie. Il 24 luglio l'assemblea dei soci segnerà il futuro dell'Arezzo

La settimana prossima una nuova assemblea dei soci della S.S. Arezzo è convocata per mettere la parola fine a tutte le chiacchiere degli ultimi mesi. Tre sono le uniche strade percorribili: certezza di una cessione, ricapitalizzazione dei soci, messa in liquidazione della società. Dopo il pagamento degli stipendi fino a 50mila euro di qualche giorno fa, serve entro fine mese una cifra vicina al milione di euro per evitare la messa in liquidazione della società



Il tempo scorre inesorabile senza che all’orizzonte si intravedano soluzioni concrete. Mancano meno di 20 giorni alla data fissata dalla Lega per la formalizzazione dell’iscrizione al prossimo campionato ma si continua a vivacchiare nel campo delle sole ipotesi. Se la Lega ha imposto il 5 agosto come data ultima per consegnare tutta la documentazione necessaria, pagamenti compresi, il destino dell’Arezzo sarà deciso non oltre la prossima settimana. La nuova assemblea dei soci è infatti fissata per il giorno 24 luglio ed è lì che ci sarà l’inevitabile parola fine a questo teatrino che si protrae ormai da troppo tempo. Quel giorno le strade percorribili saranno solo tre: cessione della società, ricapitalizzazione da parte dei soci o messa in liquidazione. L’unico fatto concreto fino ad oggi è stato il saldo della differenza non coperta dalla cassa integrazione degli stipendi fino a 50mila euro pagati grazie al fondo salvacalcio istituito dalla Lega e ai versamenti dei soci ma gli scogli veri sono tutti ancora da superare. Per ricapitalizzare ed iscrivere la squadra serve una cifra assai vicina al milione di euro. Denaro fresco che il presidente La Cava se deciderà di ricapitalizzare o un eventuale compratore dovranno versare cash nelle casse amaranto prima della fine di questo mese. Di certezze non ce ne sono, di chiarezza men che meno. Sono mesi che si brancola nel buio mentre il cerino si avvia verso lo spegnimento. Nessuna ufficializzazione di accordi con i giocatori che hanno da riscuotere 4 mensilità non coperte dalla cassa integrazione, nessuna notizia certa dei fantomatici imprenditori marchigiani interessati ad entrare in società. L’unica vera trattativa emersa in questi mesi, quella con il gruppo Stanzione, è stata fatta naufragare per alcune improvvide dichiarazioni del presidente che sembra sempre più intenzionato a passare la mano piuttosto che mettere mano al portafoglio e ricapitalizzare. Ma a chi vendere? La cordata marchigiana indicata dal vicepresidente Pieroni ogni giorno che passa “verrà presentata domani”, ad Arezzo nessuno è interessato a prendersi la patata bollente fra le mani, nonostante ogni tanto si cerchi di far venire fuori interessi locali puntualmente smentiti qualche ora dopo. Ci resta la sensazione amara che tutto ciò che trapela sia fatto trapelare solo con l’intento di prendere tempo, sperando di pescare dal mazzo il jolly nell’ultima mano utile. Come sappiamo bene però in un mazzo di jolly non ce ne sono molti ed è difficilissimo pensare oggi ad una situazione totalmente nuova che tolga le castagne dal fuoco al presidente La Cava. Sarebbe invece più utile alla causa giocare queste 2 ultime settimane tutti a carte scoperte, senza gettare fumo negli occhi a chi ancora spera di vedere l’Arezzo ai nastri di partenza della Lega-Pro 2020/2021. Quel cerino che si sta spegnendo alla fine resterà in mano solo ai tifosi, come è sempre stato in una storia che puntualmente si ripete identica nella sua perfidia. A quel punto le chiacchiere non serviranno più a niente, e nemmeno le giustificazioni di facciata che sicuramente si sprecheranno. Ancora oggi proviamo per un’ultima volta a chiedere “chiarezza e garanzie” a chi ha le sorti dell’Arezzo nelle proprie mani ma la speranza di avere risposte concrete è ogni giorno sempre più blanda.

 

scritto da: Simone Trippi, 16/07/2020





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