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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Pistoia, 14 giugno 1998 - foto ricordo per la promozione in C1
NEWS

Gironi verticali, rose ferme a 22 ma senza tutela dei giovani. La C inizia col piede sbagliato

Se quest'anno doveva essere l'anno 0 per una Lega-Pro alla ricerca di un difficile equilibrio mai trovato fra costi e ricavi, le prime decisioni prese vanno nella linea opposta a quella sperata. Gironi cervellotici, nessuna tutela dei settori giovanili si uniscono alla mancanza di introiti che quest'anno deriverà dall'assenza, almeno iniziale, del pubblico negli stadi.



Il primo anno dell’era post-Covid doveva essere quello di un ritorno ad un calcio più sostenibile da parte delle società di terza serie. Al momento, purtroppo, tutte le decisioni ufficiali od ufficiose prese dagli organi direttivi vanno nella direzione opposta di un buonsenso che doveva essere alla base di tutto. Sappiamo benissimo quanto costa mantenere una squadra a questi livelli: non bastasse questo nella stagione che fra circa un mese prenderà il via le società di serie C dovranno fare i conti, almeno nella parte iniziale del torneo e forse anche oltre, con la mancanza di introiti derivati dall’assenza del pubblico. Il problema non si limiterà solo ad abbonamenti non sottoscritti ed a biglietti non venduti ma anche a tutta una serie di altre voci, per esempio la cartellonistica fuori e dentro gli stadi, che quest’anno mancheranno nelle entrate di ogni società. Sarebbe stato doveroso quindi cercare qualche sistema per limitare al massimo quanto meno quelle spese “oggettive” che andranno inevitabilmente a gravare nei bilanci delle società. Partiamo dalla composizione dei gironi: se ancora la scrittura dei tre raggruppamenti non è ancora ufficiale l’orientamento della Lega va all’opposto di una logica che vedrebbe l’Italia divisa orizzontalmente in nord, centro e sud. Se sembrava certo il mantenimento del vecchio sistema col centro-nord diviso verticalmente e l’Arezzo quindi inserito nel girone A assieme alle toscane, gli ultimi spifferi che provengono dalle stanze che contano vedrebbero gli amaranto spostati ad est, divisi quindi dalle altre sei toscane, per permettere al Mantova di ricongiungersi alle altre lombarde. Si parla di scelta dettata dall’emergenza Covid ma, se questo è il problema, basterebbe sostituire le 7 toscane del girone A con le 5 venete più Mantova e Triestina per avere la divisione più logica. Ci sarebbero meno costi di trasferta e, al momento che il pubblico potrà ripopolare gli stadi, derby certamente più appetibili ed in grado di produrre incassi più interessanti. Cosa ne pensano i governanti del calcio non lo sappiamo, ma non ci vogliono grandi scienziati per capire che, solo per fare un esempio, un Arezzo-Cesena sia più attraente di un Arezzo-Renate. Ma non è solo questo che lascia perplessi. Parliamo delle rose bloccate a 22 elementi come da regolamento stabilito dalla Lega con un comunicato ufficiale datato 24 luglio 2020. Se a prima vista può sembrare una decisione che privilegerebbe i virtuosi del settore giovanile, con utilizzo libero dei prodotti del proprio vivaio, leggendo il regolamento così non è. Per fare l’esempio dell’Arezzo l’unico giovane che non rientra nella rosa dei 22 è l’ex Beretti Zuppel mentre per esempio Sussi, prodotto del settore giovanile, occuperà un posto perché già tesserato con i “grandi”. In una intervista al sito di SkySport spiega bene la situazione l’ad del Padova Alessandro Bianchi: “Così i giovani di proprietà non sono al centro del progetto. Questo è un limite importante per tutte le società come noi che investono sul vivaio, fanno crescere i ragazzini, li contrattualizzano e creano capitale. Non è facile pescare il giocatore 2000 già pronto da mandare subito in campo, e quindi da inserire subito in lista, alcuni hanno bisogno di più tempo per maturare e lavorare. Non possiamo mettere fretta ai giovani e farli diventare grandi prima del dovuto.” In pratica under 19 e trentenni sono messi nello stesso piano in un regolamento che di fatto sconfessa in pieno l’ideale professato dalla Lega-Pro di voler essere il campionato ideale per fa crescere i giovani. Solo per fare un esempio in serie B le squadre possono tesserare un numero illimitato di under 21 con rose over bloccate a 18 elementi. Se tutto quello che è successo nel mondo doveva servire, almeno in ambito calcistico, a riscrivere regole più sostenibili almeno a livello di terza serie l'inizio, purtroppo, non promette nulla di buono per il futuro.

 

scritto da: Simone Trippi, 31/08/2020





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