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I segreti di Arezzo - Le fortificazioni fiorentine (1337/1343)

A causa delle lotte intestine e della situazione diventata ormai ingestibile, nel marzo 1337 Pier Saccone Tarlati preferì cedere per dieci anni Arezzo a Firenze. Il 20 maggio dello stesso anno i fiorentini dettero il via a imponenti lavori per realizzare un grande sistema fortificato a controllo della città, dislocato principalmente nella parte alta, che si componeva di tre strutture principali: un circuito murario detto Cassero Grande o Cittadella, un fortilizio minore al suo interno detto Cassero Piccolo o di San Donato e il Cassero di San Clemente.



Il sistema difensivo fiorentino fu realizzato tra il 1337 e il 1343A causa delle lotte intestine e della situazione diventata ormai ingestibile, nel marzo 1337 Pier Saccone Tarlati preferì cedere per dieci anni Arezzo a Firenze.

Il 20 maggio dello stesso anno i fiorentini dettero il via a imponenti lavori per realizzare un grande sistema fortificato a controllo della città, dislocato principalmente nella parte alta, che si componeva di tre strutture principali: un circuito murario detto Cassero Grande o Cittadella, un fortilizio minore al suo interno detto Cassero Piccolo o di San Donato e il Cassero di San Clemente.

Furono inglobati nella Cittadella importanti edifici pubblici come il Palazzo del Comune e il Palazzo del Popolo, entrambi scomparsi, e antiche chiese di cui ci rimangono solo i nomi: Sant’Apollinare in palchetto, San Salvatore, San Matteo, San Martino in cittadella, San Leone e Ss. Filippo e Giacomo. Subito fuori dalle mura si trovavano le chiese di San Biagio e Sant’Angelo, che davano il nome a due porte della cinta trecentesca. L’accesso al Cassero Grande avveniva da un’unica porta, detta Porta del Rastrello.

All’interno del Casseretto si trovavano invece un edificio detto Palazzone e la chiesa di San Donato in Cremona, di cui sono emerse le fondamenta durante i lavori di recupero della Fortezza Medicea.

Il corridoio correva esternamente alle muraCassero e Casseretto terminarono nel 1342/43, quindi partirono i lavori per costruire il Cassero di San Clemente, nei pressi (o sopra) l’omonima porta, collegato agli altri due fortilizi mediante un corridoio, di cui possiamo ancora vedere delle parti nel tratto di mura che va da Porta Stufi a Porta San Clemente.

Il camminamento era esterno alla cinta muraria. Serviva ai fiorentini per andare da una parte all’altra del loro sistema difensivo senza avere il problema di affrontare, in caso di tumulti e rivolte, gli aretini. Era fatto in muratura e legno e le sue dimensioni permettevano di percorrerlo anche a cavallo. Nei secoli successivi fu smembrato e nel 1650/52 l’architetto Annibale Cecchi sistemò le arcate residue, dando loro una valenza monumentale.

L’8 settembre 1343 Arezzo riacquistò la libertà, tre anni prima del termine del contratto stipulato da Pier Saccone. Nel 1384 ci fu la definitiva sottomissione e i fiorentini tornarono a migliorare il sistema di difesa nel 1385 e nel 1395.

Le arcate residue furono sistemate nel SeicentoNel giugno 1502 Vitellozzo Vitelli, al soldo di Cesare Borgia, spinse gli aretini alla rivolta. Il 4 giugno, mentre marciava sulla città, la popolazione costrinse la guarnigione fiorentina a rinchiudersi nel Cassero Grande. Il 9 giugno il Vitelli cominciò a bombardarlo. Le fortificazioni trecentesche ormai erano obsolete per resistere alla polvere da sparo, così il 18 giugno Cittadella e Casseretto furono conquistati. Firenze si rivolse allora al re di Francia perché intervenisse sul Borgia, i soldi fecero il loro dovere e la ribellione fu sedata il 25 agosto, con la riconsegna delle chiavi cittadine ai commissari fiorentini.

Si comprese tuttavia che le mura non erano più adatte per resistere alle nuove tecniche militari e così la Dominante inviò tecnici a valutare i danni della sollevazione e progettare una nuova fortezza. L’incarico fu affidato al più grande architetto militare del tempo, Giuliano da Sangallo, che arrivò ad Arezzo il 14 ottobre 1502 e ripartì per Firenze una decina di giorni dopo, con il modello da proporre.

Ma questa è già un’altra storia…

 

Per approfondire: La Fortezza di Arezzo e il colle di San Donato dalle origini a oggi (Franco Paturzo, Letizia Editore, 2006)



scritto da: Marco Botti, 11/06/2012





COMMENTI degli utenti

Commento 1 - Inviato da: pipanos, il 11/06/2012 alle 13:15

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Finalmente, Marco Botti è tornato ad illuminarci e a farci conoscere la storia di Arezzo e dintorni, dopo tanto calcio un pò di cultura non fa mai male.

Commento 2 - Inviato da: Arretium, il 11/06/2012 alle 20:55

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Grazie Pipanos. Wink Negli ultimi mesi sono stato impegnato in diversi progetti, quindi ho scritto molto a singhiozzo. Con l'estate avrò più tempo per cercare nuovi "segreti", quindi tornerò a essere più regolare. Cool

Commento 3 - Inviato da: Toni, il 14/06/2012 alle 10:54

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