Atlantide ADV
AMARANTO TV

SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Ecaterina di Bucarest
NEWS

Da A Forest a Highway to Hell: la terribile playlist di una stagione da dimenticare

A volte le parole non bastano a descrivere certi stati d'animo e in questi casi ci viene spesso in soccorso la musica con delle canzoni che riescono con una semplice frase a fotografare alla perfezione determinati momenti. Gli ultimi sei mesi dell'Arezzo rientrano bene in questa casistica. Dove le parole non riescono ad arrivare ci pensano le canzoni a sottolineare quello che stanno provando in questa stagione i tifosi amaranto



Parafrasando i Verdena, a Stellone mi verrebbe da dire: “Trovami un modo semplice per uscirne”. La verità, però, è che un modo semplice non c’è e il tempo sta finendo (Time is running out, Muse). Claudio Lolli, diversi anni fa, cantava “Aspettando Godot” e noi facciamo lo stesso, attendendo ogni giornata una vittoria che puntualmente non arriva mai. La title track della nostra playlist infernale è “A Forest” dei Cure, con le sue sonorità tetre e spettrali (“I’m lost in a forest, all alone”) perché ci ritroviamo soli, mestamente all’ultimo posto con un distacco a dir poco preoccupante persino dal Ravenna penultimo. Il mister, appunto, sembra già un professore triste (Sad Professor, R.E.M.) che non sa cosa inventarsi per risollevare la situazione e forse in testa canticchia “Chi c***o me lo fa fare” di Caparezza. “Chissà come mai adesso non sorridi più” (Dove Sei, Daniele Silvestri), e speriamo non faccia la fine di Camplone, che ben presto divenne “Depressissimo” (Rancore, nome omen). Noi che non sorridiamo da novembre, dopo l’unica vittoria stagionale, lo sappiamo come mai: qualche giorno fa col Carpi, ad esempio (tralasciando la gita di Padova) era l’ennesima partita, forse più delle altre, da dentro o fuori, da “Vivere o Morire” (Motta), come lo era prima col Gubbio e come lo sarà anche domenica col Matelica. Invece niente, noi al massimo pareggiamo e Ligabue, rispondendo a Motta, direbbe “Vivo, Morto o X”. Non torniamo a vivere, ma non siamo nemmeno capaci a morire una volta per tutte: rimaniamo nel limbo, ignavi di dantesca memoria fino all’ultimo, mentre noi tifosi siamo i dannati nelle cerchie infernali, che viviamo una sorta di contrappasso per non so quali successi e quali gioie passate e ci avveleniamo le giornate e le settimane… Per il momento, infatti, “i tuoi weekend mi distruggono” (Ministri), caro Arezzo: che sia sabato, domenica, alle 15 o alle 17.30, ogni partita è un’agonia. “Voglio un passato migliore”, prosegue la canzone, per rifare tutto da capo, azzeccare subito l’allenatore e allestire una rosa dignitosa fin dall’inizio per non dover ricorrere a qualche svincolato “vecchio e gommoso” (Festa Mesta, Marlene Kuntz) che si unisce alla schiera di giocatori che vanno in campo “Disinteressati e indifferenti” (il Teatro degli Orrori, nome della band, ma anche della nostra stagione). Il primo problema, infatti, è che questo progetto è Nato Sbagliato (Articolo 31): “ho iniziato a deperire dalla nascita, e ora nulla va come vorrei (Teenage Angst, Placebo). Purtroppo, ormai non si torna indietro e “probabilmente la situazione è irreversibile”, come cantava il Management (del Dolore Post-operatorio). Eppure, in 13 partite ancora qualcosa si potrebbe fare… Però ci vorrebbero “attenzio’, concentrazio’, ritmo e vitalità” perché se l’Arezzo si rilassa, collassa (Bandabardò, ciao Erriquez, sigh…), servirebbe voglia di vivere (“The Will to Live”, Ben Harper) e di correre, invece “le gambe vanno via in vacanza” (Allacci e Sleghi, Bud Spencer Blues Explosion). Sarebbe anche necessario che i giocatori credano che “non è tutto perduto” (“Everything’s not lost”, Coldplay), anche se a noi dal divano sembra proprio di sì e loro fanno di tutto per non farci cambiare idea, senza sveglie e senza sorprese (No Surprises, Radiohead). “State sperando in un miracolo?” gridano i Bloc Party in “Helicopter”. Se sì, invidio il vostro ottimismo, io non riesco nemmeno più a sperarci, vorrei solo svegliarmi a fine aprile e poter dire che, in qualche modo, “Abbiamo vinto la guerra” (Lo Stato Sociale), come abbiamo fatto quasi tre anni fa. Ma quella, a differenza di questa, era una squadra vera. Questa, invece, ha imboccato l’autostrada per l’inferno (Highway to Hell, AC/DC) e sembra quasi che l’uscita non la voglia neanche minimamente prendere.

 

scritto da: Luca Amorosi, 19/02/2021





comments powered by Disqus