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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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Serena e Ely
NEWS

A Modena serve un ''cambio di mentalità''. Dai Negrita ai Madness, la playlist della settimana

Dopo la buona prova di Bolzano che non ha però fruttato punti, all'Arezzo serve un'impresa a Modena per accorciare sulla concorrenza e tenere lontana l'ultima posizione. Occorre però trovare nuove e più efficaci soluzioni offensive per cancellare il numero ''Zero'' dalla casella dei gol segnati su azione nell'ultimo mese e fare un deciso passo avanti verso la salvezza



Quando nel 1996 gli Smashing Pumpkins pubblicavano il singolo “Zero” dall’album “Mellon Collie and the Infinite Sadness”, ascolto ideale per noi tifosi amaranto in questa stagione di “infinita tristezza”, ovviamente non potevano certo alludere al nostro potenziale offensivo attuale, eppure è questo che siamo là davanti: zero. Zero come i gol fatti su azione nelle ultime sette partite e zero come i gol delle punte prese a gennaio, Perez, Carletti e Stampete (sigh), che purtroppo poco o nulla hanno apportato alla causa nel reparto che più necessitava di intervento. L’ultimo a segnare col pallone in movimento è stato il buon Iacoponi, nato per correre (“Born to Run”, Bruce Springsteen) e per essere libero come un uccello (“Free as a bird”, Beatles), ma che sembra si sia ben presto rabbuiato, inquadrato e disciplinato e in dettami tattici che stanno contribuendo sì a prendere pochi gol, ma che al contempo prosciugano idee e iniziative quando c’è da offendere.

Insomma, alla fine torniamo da Bolzano consci di una prestazione volitiva e tutto sommato dignitosa contro la seconda della classe, ma a mani vuote, dopo che alla fine del trittico decisivo con Fermana, Fano e Imolese erano stati esauditi “due desideri su tre”, titolo di un pezzo dei Ministri del loro ultimo album, intitolato “Fidatevi”. E allora noi ci fidiamo: di Stellone che continua comunque a vedere il bicchiere mezzo pieno, e della squadra tutta, la difesa in particolare, che anche nel profondo nord ha confermato i segnali di crescita in quanto a tenuta e organizzazione. “L’ultimo non c’è, ed è per questo che ne vuoi ancora”, prosegue la canzone. In effetti, sono mancati gli ultimi desideri, tre punti con l’Imolese o un punticino insperato contro gli altoatesini che ci avrebbe permesso di dare continuità di risultati e un bel segnale alle dirette concorrenti. Ma proprio il fatto che non sia arrivato può e deve darci una spinta ulteriore per cercare e volere la vittoria con più fame nell’immediato futuro, che ci vede di scena ospiti di un Modena in decisa flessione prima di un altro trittico da paura. “Aggrappàti con le unghie al nostro destino”, prosegue il brano, mentre quello successivo di quel disco si intitola “Nella battaglia” ed è proprio in questo contesto che dobbiamo calarci per le prossime sfide, ancor di più di quanto stiamo già facendo: “guarda il tuo incubo e digli ciao, io non son fatto per te”, recita il ritornello. Un incubo chiamato retrocessione diretta che dobbiamo cercare di allontanare recuperando terreno su chi ci sta davanti per evitare quella dannata forbice e magari conquistare, con un colpo di coda, un piazzamento favorevole ai playout, un vantaggio di non poco conto considerata la nostra difficoltà in fase realizzativa. Come direbbero i Negrita, aretini doc, ci vorrebbe “il libro in una mano, la bomba nell’altra”, cioè continuare ad applicare da bravi studenti i dettami tattici impartiti dal mister che permettono di non perdere una vitale solidità difensiva, cercando però al contempo di attaccare, aggredire l’avversario, altrimenti l’unico modo per segnare resta quello di dire all’arbitro “e dammi un rigore, e dammene tanti” (“Le tue gambe”, Clavdio). Per carità, “non può essere tutto perfetto, ma se ci provi almeno elimini qualche difetto”, cantava il Management in “Il numero 8” (che ora è proprio Carletti, a cui forse si può pensare di dare più minutaggio per vedere se si ricorda ancora come si butta dentro). Adesso, almeno, l’Arezzo resta in partita fino all’ultimo invece di prendere tre reti dopo venti minuti, per cui “penso positivo perché son vivo e finché son vivo” (“Penso positivo”, Jovanotti). O almeno ci provo… La nostra storia ce lo ha insegnato più volte: “devi credere… puoi rinascere”, prendendo a prestito il testo di un pezzo dei Bud Spencer Blues Explosion che, guardate un po’, si chiama “Miracoli”. Per farne un altro, di miracolo, serve però un definitivo “cambio di mentalità” (rieccoli i Negrita, con “Cambio”) che ci permetta finalmente di ottenere qualcosa anche dalle prime della classe, già da sabato: in stagione, infatti, l’Arezzo ha ottenuto appena due punti in undici partite contro le prime sei, per giunta contro la stessa squadra (la Triestina). La salvezza passa dagli scontri diretti e dalle vittorie con le proprie pari, certo, ma a volte è il risultato che non ti aspetti, il colpaccio, l’impresa che ti permette di fare “un passo avanti” (“One Step Beyond”, Madness) decisivo quando poi si tireranno le somme. La volata, insomma, terminerà fra un mesetto, ma la rincorsa deve obbligatoriamente partire dall’Emilia, che nelle nostre condizioni è “paranoica” come un pezzo dei CCCP. Gambe in spalla, maniche rimboccate e coltello tra i denti: forza Arezzo!

 

scritto da: Luca Amorosi, 30/03/2021





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