SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
I segreti di Arezzo - Quando la Giostra del Saracino si correva al Prato
Periodicamente c’è chi torna a parlare di un trasferimento della manifestazione nei pressi della Fortezza. Di fronte a questa ipotesi la stragrande maggioranza degli appassionati della rievocazione cavalleresca storce il naso, ma in quello che veniva chiamato “l’anfiteatro del Prato” le giostre si sono corse veramente.
TweetPeriodicamente c’è chi torna a parlare di Giostra del Saracino da trasferire al Prato, per garantire spalti più ampi ed evitare a Piazza Grande di essere inondata da tonnellate di ferraglia nei periodi di maggiore affluenza turistica (giugno e settembre).
Di fronte a questa ipotesi la stragrande maggioranza degli afecionados della rievocazione cavalleresca storce il naso, ma in quello che veniva chiamato “l’anfiteatro del Prato” le giostre si sono corse veramente, in particolare dopo la trasformazione della zona in luogo di passeggio, portata a compimento dai francesi nei primi anni del XIX secolo.
Ben documentata, ad esempio, è la manifestazione del 15 agosto 1810 per festeggiare il quarantunesimo compleanno di Napoleone Bonaparte (dal 1808 la Toscana era stata annessa all’impero francese). Un acquarello realizzato da J. Coffy ci mostra i cavalieri che corrono in tondo e un buratto che, contrariamente a oggi, ha il mazzafrusto sulla mano sinistra. Come si può notare, il Prato ha già delle alberature importanti.
Quell’edizione segnò il culmine di un ritrovato interesse ad Arezzo per le rievocazioni storiche di stampo giostresco, che andavano avanti dal 1778. L’anno dopo, il 15 agosto 1811, si corse infatti l’ultima giostra dell’Ottocento ma di fronte alla Cattedrale.
La sera precedente una banda musicale aveva sfilato per le vie cittadine, preannunciando i festeggiamenti del giorno successivo. Per partecipare al torneo bisognava presentarsi con cavallo e asta, mentre il vestiario era fornito dal Comune. Il miglior cavaliere riceveva in premio tre zecchini d’oro.
Per rivedere una giostra si dovette attendere il 22 luglio 1904, nell'ambito delle celebrazioni per il sesto centenario della nascita di Francesco Petrarca. Per l’occasione Arezzo organizzò grandi eventi tra il 20 e il 24 luglio. Numerosi gli appuntamenti, come l’inaugurazione di una lapide in ceramica sulla base della torre comunale, la commemorazione ufficiale al Teatro Politeama, l’esposizione dei bozzetti per il futuro monumento al poeta, una festa in costumi trecenteschi al Prato e la Giostra del Saracino.
 Come detto, sfilata e rievocazione cavalleresca ci furono il 22 luglio. Il corteo si rifaceva a quello organizzato sempre per omaggiare il grande poeta il 10 settembre 1891. Il tema principale era il ritorno di Petrarca nella città natale, accolto con tutti gli onori.
Alla parata, che usciva dalla Fortezza medicea, partecipavano tutte le componenti istituzionali e civili dell’Arezzo del XIV secolo. Terminata la sfilata iniziava la Giostra, corsa dai soldati del Terzo Reggimento Dragoni di Savoia.
Dai giudizi della stampa dell’epoca si evince che i cavalieri furono ammirati soprattutto per il loro modo di cavalcare, piuttosto che per la precisione con cui colpivano il buratto.
La giostra del 1904 riveste un ruolo importante poiché venne ambientata nel Trecento, periodo scelto anche quando nel 1931 il torneo cavalleresco rinacque in forma di evento agonistico.
Altro elemento introdotto, e parte imprescindibile di tutte le edizioni successive, fu l’abbinamento del corteo storico.
Rimangono tuttavia molte differenze rispetto alle giostre che ammiriamo oggi. I partecipanti non erano suddivisi in quartieri, inoltre il buratto non aveva ancora il tabellone con i punteggi, mutuato negli anni Trenta del secolo scorso dalle dispute tardo-seicentesche. Quelle erano le cosiddette “giostre barocche”, con le quali il patriziato aretino ostentava la sua supremazia rispetto alle altre classi sociali, nulla a che vedere con la Giostra del Saracino dell'era moderna.
Per approfondire: "I festeggiamenti petrarcheschi e la Giostra del 1904" e "Una Giostra in Arezzo anche nel 1811", entrambi di Luca Berti, apparsi rispettivamente nei numeri 11 e 19 di Notizie di Storia edito dalla Società Storica Aretina

scritto da: Marco Botti, 23/06/2012
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Commento 2 - Inviato da: pipanos, il 25/06/2012 alle 09:48
Grande Botti, come al solito, io, però, una volta anche fuori concorso ce la farei per vedere come viene.
Commento 1 - Inviato da: Amaranta, il 23/06/2012 alle 16:57
Va beh, ma si sta parlando di giostre prima della ripresa moderna.
Le giostre dopo il 1931 si sono corse sempre in piazza Grande e non esiste sulla faccia della terra prendere in considerazione altre ipotesi, non scherziamo!