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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Marco e la sua passione amaranto
NEWS

Come gioca questo Strambelli! ''Ho firmato un biennale, con l'Arezzo rivoglio la serie C''

L'esordio in A con il Bari e l'anno dopo il salto all'indietro in Eccellenza al Monopoli (''avevo bisogno di ritrovare il sorriso''), la passione per Del Piero e i gol con il tiro sul secondo palo, l'amore per la famiglia e una carriera senza rimpianti (''il calcio è un mondo strano, io posso girare a testa alta''), il rapporto con Cutolo e i ringraziamenti ai compagni di squadra. Intervista al trequartista amaranto, autentico mattatore nelle prime giornate di campionato



Nicola Strambelli, 33 anni, 4 gol segnati finoraBarese purosangue, cresciuto nel Bari, tifoso del Bari ma anche deluso dal Bari dopo l'esordio in serie A. Una carriera vissuta quasi interamente al sud tra scelte drastiche, gol splendidi, maglie cambiate e quel sinistro che ha deliziato tante tifoserie. Nicola Strambelli, 33 anni compiuti a settembre, è il crack amaranto d'inizio stagione. I numeri parlano per lui, la qualità che sprizza dalle sue giocate anche. Ed è bizzarro che un calciatore così, baricentro basso e forza nelle gambe, non abbia galleggiato in categorie più alte. Dalla passione giovanile per Del Piero, al quale ha rubato l'abilità nel tiro sul secondo palo, alle perle di questo avvio di campionato, il passo è lungo. In mezzo c'è tanta roba, compreso un gol segnato all'Arezzo quando giocava a Lecco. Ma oggi ''il mago'' è dalla parte giusta.

 

Ti aspettavi un avvio così o sei sorpreso anche tu?

Non voglio passare per presuntuoso, ma me l'aspettavo. Parlo della squadra, non di me stesso. La rosa è forte, c'è tanta qualità, ero sicuro che avremmo fatto bene. Poi sono contento anche di quello che sto facendo io. Ma la forza è nel gruppo.

Si dice sempre così.

E' la verità, senza un gruppo unito partite come quella con il Foligno non le vinci.

Per la prima volta avete ballato. Perché?

Perché ci sono anche gli avversari e quando affrontano noi, danno l'anima. Fare risultato in casa nostra è un'impresa, per questo tirano fuori il massimo. E' giusto così ma noi lo sappiamo. E sappiamo che qualche volta dovremo imporci con il carattere più che con la tecnica.

Tu sei uno di quelli che la serie D l'ha già vinta in passato, come Biondi, Lomasto, Aliperta, Panatti e Foggia. Il segreto qual è?

L'ho vinta ad Andria. Il segreto è banale: allenarsi al massimo, lottare per un posto da titolare, battagliare su ogni palla.

A parte Lecco, hai sempre giocato al sud, spesso nella tua Puglia. Arezzo che impressione ti ha fatto? Come calore, come tifoseria intendo.

Ottima da subito. Ho percepito questa grande voglia di cancellare la retrocessione e voltare pagina. La gente voleva guardare avanti come noi, ci siamo sintonizzati alla svelta.

Guardando la tua carriera, salta all'occhio una cosa. Debutti e fai 3 presenze in A nel 2010/11 con il Bari, dove sei nato e cresciuto. Poi l'anno dopo vai a vincere l'Eccellenza con il Monopoli. L'Eccellenza. Perché quel salto all'indietro?

Perché volevo ritrovare il sorriso, divertirmi in campo.

 

 

E a Bari in serie A non succedeva?

E' un discorso lungo. Comunque non mi piacevano certe persone, non sentivo fiducia. Per quello andai via. Ma non ho rimpianti: se tornassi indietro, rifarei tutto dall'inizio alla fine.

Eri già “il mago” Strambelli in quel periodo?

Sì, il soprannome me lo hanno dato quando giocavo in Primavera. E devo dire che mi è sempre piaciuto, mi dà allegria.

Un bel peso però dover tirare fuori il coniglio dal cilindro ogni volta.

Ma no, l'unica cosa che mi pesa sono le sconfitte. E non vedere i miei figli tutti i giorni.

Tu ne hai due.

Miriana, 13 anni, e Anthony, 7. Per adesso stanno a Bari, presto farò venire su tutta la famiglia.

Sai che ad Arezzo un trequartista con le tue caratteristiche mancava da un bel po' di tempo?

E' un ruolo un po' in disuso ormai. E aggiungo purtroppo.

Ma è un ruolo che affascina i tifosi, che strappa applausi.

Io me lo sento addosso, anche se negli anni ho giocato dovunque: esterno, mezz'ala, seconda punta. Da trequartista però posso muovermi come preferisco. Quest'anno poi ho compagni splendidi che mi aiutano.

Avrai letto del dibattito che c'è stato, e che c'è, sulla tua coesistenza con Cutolo. Che ne pensi?

Che Nello è un grande giocatore. E che quando c'è abilità tecnica, disponibilità, i problemi non esistono.

 

il rigore trasformato contro il FolignoLo diceva anche Mariotti, che poi però ha dovuto fare delle scelte.

E' normale, è l'allenatore, ci mancherebbe non fosse così. Poi anche per il mister l'Arezzo è una grande occasione e deve decidere di testa sua. Si meriterebbe una gioia a fine stagione, è molto preparato.

Tu che sei parte in causa, non trovi che Foggia e Sparacello giochino troppo per la squadra e questo, per i paradossi del calcio, penalizzi proprio la squadra?

No, lo dico convintamente. Gli attaccanti vanno a periodi, ne so qualcosa. Vedrete che arriverà un momento in cui Foggia e Sparacello, oppure Cutolo e Muzzi, la butteranno dentro con continuità. L'importante è che ognuno di noi si sacrifichi un po' per gli altri.

Perché hai scelto il 7 come numero di maglia?

Perché il 10 ce l'aveva Nello. E allora ho preso il numero che avevo ad Andria. I motivi sono intuibili.

Hai 33 anni e una condizione fisica invidiabile. Ma dell'obbligo di schierare i 4 under in serie D che idea ti sei fatto?

Non mi piace né in D né in C. Non favorisce la crescita dei giovani e limita gli spazi per chi ha qualche anno in più. Deve andare in campo chi se lo merita, under o over che sia.

Giochi a calcio da quasi vent'anni ormai. Quale allenatore ti ha dato qualcosa in più?

Antonio Conte. L'ho avuto al Bari l'anno dopo che era stato qui ad Arezzo. Aveva una mentalità unica, si vedeva chiaramente che era bravo. Sono felice che abbia fatto carriera.

E la tua invece? 3 presenze in A, 20 in B, tutte con il Bari e tutte agli inizi. Poi solo C e D. Com'è possibile per uno che ha le tue qualità?

Il calcio è un mondo strano. L'unico dispiacere è non aver avuto modo di restare di più in A. Per il resto, come ho detto prima, non ho rimpianti. E cammino a testa alta.

L'Arezzo veniva da un'annata tragica, con le scorie della retrocessione che potevano ammorbare anche questo campionato. Mai avuto dubbi sulla scelta?

Sinceramente no. L'Arezzo con la serie D non c'entra niente, anche se le promozioni non sono mai facili.

Hai firmato un biennale. Come ti ha convinto la società?

Diciamo che ci siamo convinti a vicenda. La dirigenza mi ha prospettato un progetto importante, io vorrei tornare a giocare tra i professionisti. Ci siamo trovati e piaciuti in un attimo.

 

scritto da: Andrea Avato, 20/10/2021





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