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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

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Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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NEWS

L'Acf Arezzo si aggrappa a Razzolini. La bomber: ''Giocare con queste compagne è stupendo''

Le ragazze di mister Testini sono reduci da quattro vittorie consecutive, l'ultima conquistata contro lo Spezia (2-0) grazie alle reti di Vicchiarello e della numero 9, alla seconda rete in campionato dopo quella alla Solbiatese. La manovra offensiva ruota attorno alla ragazza nata e cresciuta a Firenze, dove tuttora vive, ma adottata da Arezzo. ''Sono felice di essere tornata al gol: per un attaccante segnare è tutto, ma per me conta anche altro''



Costanza Razzolini, 24 anni, fiorentina doc, è la centravanti dell'Arezzo femminile ed è reduce dal gol che ha aperto le marcature nella gara vinta contro lo Spezia per 2-0. Bravissima ad insaccare con un bel colpo di testa sul secondo palo, Razzolini è tornata a buttarla dentro dopo la rete con la Solbiatese, dove rimediò anche un cartellino rosso per proteste. Sinonimo di voglia di fare (pure troppa) e di vincere, verbo che più si addice ad una macchina da gol capace di segnare 23 reti in 46 partite in due stagioni con l'Arezzo (2017-2019), in pratica una ogni due.

Attacco a due o unica punta, poco cambia, il trend rimane il medesimo: gol di destro (piede forte), di sinistro e di testa, una punta completa su cui Testini e compagne fanno continuo affidamento, quasi come a dire che con lei si parte da 1-0. Occhio a non dirglielo però: la gioia del gruppo, per lei, viene prima di qualunque altra cosa.

Razzolini inizia la sua carriera da calciatrice ad Antella, successivamente Scandicci nella squadra maschile, passando per ACF Firenze (divenuta Fiorentina) e Arezzo, dove disputerà due grandi stagioni. Tornata lo scorso anno dopo la parentesi al Ravenna, è diventata la goleador della squadra, oltre che rigorista e pericolo numero uno per le difese avversarie. Adesso l'attaccante amaranto non vuole più fermarsi: campionato e titolo di miglior marcatrice sono i suoi obiettivi stagionali, anche se la squadra, come dice lei, viene prima di tutto.

 

 

Costanza, parlaci di te come persona e calciatrice?

“Sono una ragazza normalissima, ho 24 anni compiuti ad aprile e studio ingegneria meccanica a Firenze, città dove vivo e abito da sempre. Avrei potuto scegliere facoltà più “gettonate” come scienze motorie o economia, ma non sarebbero state di mio gradimento. Mi piace studiare le materie scientifiche. Adoro il calcio fin da quando ero bambina ed ho iniziato a giocare all'età di dieci anni nell'Antella, una squadra appena fuori dalla città di Firenze. Sono un attaccante e posso giocare indifferentemente come unica punta o in un attacco a due; in alcune partite ho fatto l'esterno d'attacco e nonostante sia un bel ruolo non ti permette di pensare esclusivamente alla fase offensiva, occorre infatti tornare a dare una mano a centrocampo. Ho intrapreso la strada giusta per me, sono felice di quello che sto pian piano costruendo”.

Contenta di essere tornata a giocare ad Arezzo?

“Assolutamente si! La squadra è molto forte, il progetto è valido e l'ambiente ti mette nelle condizioni di fare bene. Arezzo per me è casa, la società mi ha cercato e voluto con insistenza, mi hanno tesserata subito senza esitare, questo per me è importante. Nonostante abiti a Firenze, il tragitto non mi costa fatica, amo giocare a calcio”.

Cosa si prova ad essere la centravanti di una squadra importante che lotta per il titolo?

“Le responsabilità sono di tutte le giocatrici, il mio ruolo è ovvio che richieda di segnare ma per me questo non rappresenta un “peso”, cerco di mettermela da sola la pressione”.

Parliamo di domenica scorsa. Che partita è stata contro lo Spezia?

“Domenica è andato tutto per il meglio. Avevamo studiato attentamente lo Spezia, sapevamo che erano molto brave ma abbiamo cercato di lavorare sui loro punti deboli, senza dare alcun tipo di riferimento. Sono un'ottima squadra, insieme a Pavia e Azalee le vedo come dirette concorrenti. Sono felice di aver segnato, è il mio secondo gol in campionato dopo quello alla Solbiatese”.

 

Quel giorno sei stata anche espulsa. Cosa è successo?

“Era la prima partita e non dico che le sottovalutassimo, però non ci aspettavamo di trovare una squadra così ben organizzata. E' stata una partita tirata, ci hanno messo in difficoltà e dopo la loro rimonta si è fatto tutto più complicato. Siamo state brave a crederci fino in fondo e a pareggiare la gara. Io, dopo ripetuti falli non fischiati ho risposto male e sono stata espulsa: ero nervosa e mi sono “scaldata” troppo, sono consapevole dello sbaglio che ho fatto, non si lascia la squadra in 10 per un episodio evitabile. Non bisogna mai cedere al nervosismo, si rischia di compromettere una partita e di danneggiare la squadra”.

Si dice che per un attaccante fare gol sia tutto. É così anche per te?

“A dire la verità non sono troppo “affamata” di gol, so che è strano per un attaccante dirlo ma metto davanti sempre prestazione e risultato. Forse è un difetto, ma per me le priorità sono altre; è ovvio che se segno sono felice ed è ancora meglio, sono consapevole che posso segnare tanto”.

Hai un numero di reti prefissato a fine stagione?

“Personalmente, l'obiettivo è quello di migliorare il record di 19 reti dello scorso anno, ne mancano 18. Con le compagne che ho non è impossibile arrivarci, mi mettono nelle condizioni di segnare ogni partita”.

Quindi ti interesserebbe vincere la classifica delle marcatrici, con il campionato ovviamente?

“Beh, come non pensarci, sarebbe la ciliegina sulla torta. Fortunatamente siamo in tante a segnare, alcune centrocampiste come Vicchiarello e Tuteri segnano come delle attaccanti, magari saranno proprio loro due a “rubarmi” il trofeo (scherza). La squadra non può e non deve dipendere da una singola giocatrice, sarebbe deleterio per tutto il gruppo”.

 

scritto da: Leonardo Palazzini, 12/11/2021





Acf Arezzo-Spezia 2-0, le immagini della partita

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