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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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NEWS

2021, un anno disgraziato ai titoli di coda. Cesena buco nero, delusioni e speranze tradite

Se ne va l'anno della retrocessione, dell'ultimo posto in C, della serie D tornata addosso all'Arezzo, di Cerci che rescinde poco prima della debacle di Cesena, dei tre allenatori in dodici mesi, dei tanti calciatori che hanno inseguito risultati inferiori alle attese, del ripescaggio sfumato e dei pareggi contro San Donato e Badesse pieni di colpe e rimpianti. Se ne va il 2021 delle contestazioni e dello scudetto della Primavera, di Cutolo amaranto nei momenti belli e in quelli brutti, di Strambelli che ha riportato un po' di qualità. Con la speranza che il 2022 sia molto migliore



l'Arezzo poco prima della debacle di CesenaUn anno disgraziato è ai titoli di coda. Se ne va il 2021 della retrocessione, dell'ultimo posto in C, della serie D tornata addosso all'Arezzo, di Cerci che rescinde poco prima della debacle di Cesena, dei tre allenatori in dodici mesi, dei tanti calciatori che hanno inseguito risultati inferiori alle attese, del ripescaggio sfumato e dei pareggi contro San Donato e Badesse pieni di colpe e rimpianti. Se ne va il 2021 dello scudetto conquistato dalla Primavera, di Cutolo amaranto nei momenti belli e in quelli brutti, di Strambelli che ha riportato un po' di qualità superiore.

Resterà un anno caratterizzato dal malcontento della tifoseria, che in autunno aveva comunque ripreso a seguire la squadra in modo massiccio, e dalla scomparsa di uomini che hanno contribuito a scrivere la storia del club: il massaggiatore Mario Romanelli, i giornalisti Nedo Settimelli e Carlo Brandini Dini, i calciatori Giorgio Peruggia e Mauro Benvenuto, il direttore Ermanno Pieroni. Con la speranza che il 2022 sia molto migliore.

 

GENNAIO – cambio in panchina

Il 3 gennaio la società annuncia Enzo De Vito come nuovo direttore sportivo, andando a colmare il vuoto lasciato dopo l'addio con Giuseppe Di Bari. L'Arezzo apre l'anno con l'1-1 di Ravenna (gol di Di Paolantonio). Tre giorni prima Fabio Foglia, in amaranto dal 2016, aveva salutato per trasferirsi al Lecco. Dal mercato arrivano Karkalis, Serrotti, Sbraga, Carletti, Altobelli, Ventola, Di Grazia e Perez. La sconfitta interna con il Cesena costa però la panchina ad Andrea Camplone, che a sua volta era subentrato ad Alessandro Potenza. Il 18 gennaio viene ufficializzato il sostituto: Roberto Stellone. L'esordio contro il generale Pavanel, alla prima da ex dopo la battaglia totale, è amaro: finisce 3-2 per la Feralpi. A Perugia, nel derby, non va meglio: 3-0 secco per i biancorossi.

 

 

FEBBRAIO – si riaccende la fiammella

La striscia negativa si allunga: 0-1 al Comunale con il Gubbio e la squadra va in ritiro a Coverciano. Seguono l'1-1 a Verona con la Virtus nell'infrasettimanale (gol di Sbraga), il 3-3 in casa con il Carpi, la sconfitta per 2-0 a Padova. Il 21 febbraio si riaccende la fiammella: 2-0 al Matelica, segnano Altobelli e Iacoponi, poi un buon punto a Trieste (2-2, doppietta di Pinna). La squadra dà segnali di ripresa.

 

MARZO – acqua alla gola

Con il Mantova nuova frenata (1-1), poi Botta su punizione regala la vittoria alla Samb. Il 13 marzo un penalty di Di Paolantonio piega la Fermana, il 17 un altro rigore (stavolta di Cutolo) consente all'Arezzo di espugnare Fano. Servirebbe il tris per rialzare definitivamente la testa ma contro l'Imolese è soltanto 0-0. Il calendario non aiuta: si va a Bolzano e nonostante una prestazione volitiva, il SudTirol la vince di misura. L'Arezzo resta con l'acqua alla gola.

 

Roberto Stellone, ex allenatore amarantoAPRILE – il canto del cigno

Modena è un crocevia importante, si sblocca Perez e sembra il gol della svolta. La ripresa invece è solo gialloblu: è un 3-1 che fa male quando mancano quattro giornate alla fine e l'obiettivo è salvarsi tramite i play-out. L'ex Di Donato torna ad Arezzo con la sua Vis Pesaro e perde 4-2 in quello che, col senno di poi, sarà il canto del cigno della stagione: gol di Cutolo dal dischetto, doppietta di Carlini, sigillo di Benucci. Il 4-2 dà linfa alle speranze, alimentate dal colpo di testa di Di Grazia, al minuto 94, nello scontro diretto di Legnago. L'1-1 è oro colato, a patto che la squadra batta il Ravenna nella madre di tutte le partite. E invece è solo 1-1. Tutto rinviato all'ultima giornata. Cerci nel frattempo ha rescisso il contratto: per l'ex Toro, un addio senza aver mai lasciato il segno.

 

MAGGIO – retrocessione

Il 2 maggio a Cesena è la domenica della rabbia e della delusione. Sgonfio e abulico, l'Arezzo si consegna a un avversario senza più nulla da chiedere al torneo, perde 3-1 e retrocede da ultimo in classifica. Si torna in serie D per l'ottava volta negli ultimi 28 anni. Il 10 maggio compaiono i primi striscioni di contestazione allo stadio: “piazza tradita, piazza pulita. Tutti fuori dai coglioni”. Di lì in avanti ce ne saranno molti, tutti dello stesso tenore. Il 12 Sbraga si aggiudica il Cavallino d'oro, il 17 l'ex presidente La Cava abbandona definitivamente la scena vendendo il 5% di quote che gli era rimasto. Il 24 la società svela il nome del nuovo allenatore: Marco Mariotti, classe '61, ex Torres, già ad Arezzo nel 2010 come vice di De Paola.

 

GIUGNO – campioni d'Italia

Il 13 giugno torna il pubblico allo stadio per la partita della Primavera 3, che batte il Livorno e chiude in testa il suo girone, qualificandosi per le final four. Il 18 i ragazzi di Sussi rifilano un poker al Perugia in semifinale e il 20 superano il Cesena ai rigori nella finalissima. La squadra è campione d'Italia ed è un risultato storico.

 

 

LUGLIO – addio ripescaggio

Il 19 l'Arezzo comunica di aver depositato la domanda di ripescaggio in Lega Pro. Il 26 è il giorno del raduno. Cutolo e Pinna sono gli unici due confermati, arrivano tanti giocatori tra cui Biondi, Strambelli, Sparacello, Panatti. Il 28 il ripescaggio sfuma, non senza qualche ombra. Nonostante la contrarietà dei tifosi, la proprietà decide di confermare sia Muzzi, responsabile del vivaio e consigliere tecnico, che il direttore sportivo De Vito.

 

AGOSTO – fronte unito

Il primo agosto a Pieve Santo Stefano, in ritiro, l'esordio in amichevole contro la Sulpizia (10-0). La rosa viene mano a mano completata (arrivano Aliperta, Foggia e Sicurella), mentre le amichevoli contro Gubbio e Viterbese danno buone risposte. Il 9 agosto, fuori dallo stadio “Barbetti”, confronto fra dirigenza e gruppi della sud per voltare pagina e ritrovare unità d'intenti. Il 26 Guglielmo Manzo, a nome della proprietà, ribadisce la volontà di investire nel club nonostante tutto.

 

esultanza amaranto dopo l'esordio con il TrestinaSETTEMBRE – partenza sprint

Il 9 settembre l'Arezzo perde male in amichevole a Città di Castello, Mariotti a fine gara sbotta in modo colorito. Nell'ambiente permane un certo scetticismo ma il 10, alla presentazione ufficiale della squadra, i tifosi rispondono presente. Il 12 arriva l'eliminazione dalla Coppa Italia: al Comunale passa il Foligno di misura e il campionato è alle porte. Gli amaranto però cambiano volto e partono bene: 2-1 al Trestina dominando, 3-1 ad Ardea con l'Unipomezia. In D l'Arezzo non aveva mai cominciato con 6 punti su 6.

 

OTTOBRE – trasferte di massa

Il Montespaccato impone il primo stop (0-0) ma l'Arezzo si rimette in carreggiata vincendo a Rieti e contro il Foligno. Strambelli è il trascinatore, segna e fa segnare. Stefano Farsetti viene confermato presidente di Orgoglio Amaranto, il pubblico segue in massa la squadra e per il primo scontro diretto stagionale, a Gavorrano, si muovono in 600. Ma non è una bella giornata: sconfitta 4-1 e doccia gelata per tutti. Per fortuna la settimana dopo arriva un 3-0 rotondo al Cascina, preceduto dalla visita al Comunale di Elio Gustinetti. Gavorrano sembra solo un incidente di percorso.

 

NOVEMBRE – rivoluzione

Invece a San Giovanni va come peggio non potrebbe andare: rigore di Vassallo ed è ancora sconfitta. La tifoseria stavolta contesta pesantemente e Mariotti finisce sulla graticola. A Città di Castello l'allenatore abbandona il 4312 per il 433, la squadra reagisce, rimonta tre volte ma deve accontentarsi di un punto. Il ds Enzo De Vito, di comune accordo con la società, lascia l'incarico per gravi motivi familiari. Il 16 novembre Cristiano Tromboni, ds delle giovanili, viene promosso in prima squadra. Fuori dallo stadio lo striscione dei tifosi: “storia di un film già visto, stessi errori, stessa incompetenza”. Le dichiarazioni di Francesco e Guglielmo Manzo in conferenza stampa rinfocolano la polemica. Il 18 viene prolungata fino al 2026 la convenzione con il Comune per la gestione (e ristrutturazione) di stadio e centro sportivo Le Caselle. Il 21 al Comunale arriva la capolista San Donato, che dopo mezz'ora è sotto 2-0 (gol di Marras e Biondi). Mancino si fa espellere per proteste, l'Arezzo in dieci subisce il 2-1, resiste fino all'87' e poi becca il 2-2. Mariotti ci rimette la panchina. Il 23 novembre viene presentato Andrea Sussi, pure lui promosso dalla Juniores. E' il quinto tecnico della gestione Mag. L'esordio è da incubo: sconfitta per 4-0 a Poggibonsi, i tifosi lasciano il settore ospiti a mezz'ora dalla fine. E' l'inizio di una sorta di sciopero bianco da parte dei gruppi della sud.

 

 

DICEMBRE – bilancio in rosso

La società chiude il bilancio con una perdita di circa 6 milioni, annunciando una seconda, consistente ricapitalizzazione dopo quella dei mesi scorsi. Apre il mercato e via via arrivano Calderini, Marchi, Pizzutelli, Frosali, Lazzarini, Persano. Se ne vanno Aliperta, Marchetti, Sparacello, Panatti. Dovevano essere solo aggiustamenti, è un cambiamento profondo. La squadra vince senza convincere con la Pro Livorno, viene stoppata dalla pioggia a Scandicci, poi batte bene la Pianese e il Cannara. Con il Badesse, il 22 dicembre, potrebbe essere la svolta. Ma come con il San Donato, gli amaranto vanno in vantaggio e restano in dieci (stavolta espulso Frosali). Alla fine, in una gara thriller, gli ospiti segnano al 97' ed è solo 3-3. Il San Donato resta a +10 ma con una gara in più. Il resto è cronaca: i contagi covid, il campionato che chissà quando riprenderà, le spine di una categoria che l'Arezzo vorrebbe lasciare in fretta ma che, di nuovo, si sta rivelando un osso duro.

 

scritto da: Andrea Avato, 31/12/2021





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