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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Daniele e Valentina sposi
NEWS

Piazza in subbuglio. Squadra contestata, Marchi aggredito. E OA scarica la dirigenza

Sabato sera, dopo la sconfitta con il Trestina, il centrocampista sarebbe stato costretto a barricarsi dentro la propria auto dopo il ritorno in pullman allo stadio. Il segnale di un clima esasperato cui oggi si aggiunge la presa di posizione di Orgoglio Amaranto: ''L'Arezzo non è un passatempo, manca organizzazione e l'abbiamo fatto presente alla proprietà, restando inascoltati. Il tessuto economico aretino non può per sempre ignorare questi problemi''



la squadra contestata dai tifosi a fine garaErano poco meno di duecento i tifosi amaranto a Città di Castello sabato. Molti, a fine gara, hanno ripreso la via di casa. Altri, una cinquantina circa, sono rimasti all'esterno del ''Bernicchi'' per contestare la squadra, che ha lasciato l'impianto con il pullman in forte ritardo rispetto all'orario previsto.

Allo stadio, dove i giocatori sono scesi per riprendere le auto, si sarebbe verificato un tentativo di aggressione ad Alessandro Marchi, costretto a barricarsi dentro la sua vettura prima di ripartire.

Il segnale censurabile di un clima sempre più esasperato, cui oggi si aggiunge una presa di posizione forte da parte di Orgoglio Amaranto. Il comitato, in sostanza, lancia un appello alle forze imprenditoriali aretine per venire in soccorso dell'Arezzo.

 

L’Arezzo non può e non deve essere il passatempo di qualche facoltoso imprenditore, va gestito con amore ed attenzione. Ora basta, ed è già tardi. Come Orgoglio Amaranto abbiamo provato in tutti i modi possibili a far capire quanto fosse importante questa maglia per la città ed i suoi tifosi, quanto fosse necessario un progetto per poter evitare tutto quello che invece è successo e che sta ancora accadendo.

Si stanno scrivendo brutte pagine della storia amaranto, ogni volta sembrano le più brutte e queste forse lo sono davvero. Perché alle tremende prestazioni sul campo si somma la mancanza di una dignitosa e strutturata organizzazione della società del Cavallino. La sensazione è che si vada a tentoni, per tentativi, aumentando solamente, anno per anno, squilibri di bilancio sempre più profondi e intollerabili.

La squadra non ha alibi e ai giocatori che hanno deciso di restare diciamo di dimostrare di essere professionali lasciando sul campo fino all'ultima goccia del loro sudore: ne va della nostra stagione, ma anche della loro dignità.

Non hanno alibi la proprietà e la dirigenza. Investimenti, concessioni, acquisti e spese continue non ci incantano. Abbiamo sottolineato ogni volta, in ogni ambito in cui siamo potuti intervenire, anche pubblicamente, come questa non fosse la strada. No, ne abbiamo viste troppe per non riconoscere quando i problemi sono gravi e rischiano di diventare irreversibili.

Siamo e resteremo tifosi, sempre dalla parte della maglia amaranto e della città che rappresenta.

In questo momento sentiamo il dovere di dichiarare pubblicamente che abbiamo sempre cercato di far capire alla proprietà e alla dirigenza quali passaggi fossero sbagliati e inopportuni e siamo rimasti perennemente inascoltati.

A loro abbiamo sempre spiegato che per noi il calcio ad Arezzo è possibile solo con la sostenibilità nei bilanci, condividendolo con la città senza inutili arroccamenti dentro mura di sabbia, chiedendo competenza in coloro che sono chiamati a fare le scelte, tutto questo basato sullo sviluppo di strutture e settore giovanile.

È adesso il momento di dire forza Arezzo: il tessuto economico, politico ed istituzionale del nostro territorio non può per sempre ignorare questi problemi. È giusto tentare di ricostruire un futuro. Tutti insieme.


scritto da: Andrea Avato, 31/01/2022





OA, dura presa di posizione contro la società

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