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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Lucignano amaranto con il Gus
NEWS

La tregua di Manzo: ''Patto di fine stagione con i tifosi. Ho sbagliato, vorrei ricostruire''

Il presidente cambia rotta dopo lo sfogo social della scorsa settimana: ''Un errore, una reazione di pancia. Acquirenti non ce ne sono, il progetto va avanti: con l'aumento di capitale ripianeremo le perdite di bilancio, tenteremo anche il ripescaggio se si presenterà l'occasione. Il calcio è un mondo complicato, le nostre scelte riguardo la prima squadra sono state bocciate e a fine stagione decideremo come ristrutturare l'area tecnica. Chiederò un incontro ai gruppi della curva: solo io e loro. Dobbiamo trovare il modo di voltare pagina per il bene dell'Arezzo''



Proprietario dell'Arezzo dall'estate 2020, presidente dal dicembre 2021, Guglielmo Manzo fino a oggi ha speso tanto e ottenuto poco, almeno a livello di prima squadra. Una retrocessione dalla Lega Pro ai dilettanti, l'obiettivo primo posto in serie D sfumato dopo una decina di partite, tre direttori sportivi e cinque allenatori macinati in due stagioni. La tifoseria è polemicamente sull'aventino e il clima è pesante. Eppure il presidente, un po' a sorpresa, dopo le tensioni dei giorni scorsi con la curva e con Orgoglio Amaranto, accompagnate dall’annuncio di voler passare la mano, getta acqua sul fuoco e disegna uno scenario diverso.

 

“Vorrei sotterrare l’ascia di guerra e provare a svelenire il clima che si è creato. Non porta vantaggi a nessuno. L’altra sera ho battibeccato con alcuni tifosi su internet e ho commesso un errore. Mi sono sentito offeso, sono partito in quarta. E’ stata una reazione di pancia, poi però subentra la ragione. E da imprenditore, da presidente dico che dobbiamo trovare un percorso comune per il bene dell’Arezzo”. 

Come mai quest’inversione di rotta?

Perché farsi prendere dalla rabbia o dalle emozioni del momento, è sbagliato. L’Arezzo ha bisogno di solidità economica, c’è un campionato da portare a termine, da mettere le basi per il prossimo futuro.

Anche con il ripescaggio?

Eventualmente sì, anche con il ripescaggio. Diciamo la verità: a oggi acquirenti seri per la società non ci sono. E non sarebbe giusto, per colpa di una situazione ambientale complicata, creare ulteriori difficoltà alla squadra, alla tifoseria, a tutti.

Situazione ambientale complicata per colpa di chi, presidente?

Anche mia, senza dubbio. Vorrei avere la possibilità di incontrare i rappresentanti dei gruppi organizzati: io, solo io, e loro. Se non mettiamo da parte le incomprensioni, non ne usciamo più. E invece sono sicuro che parlandone, possiamo trovare il sistema per voltare pagina. In questi due anni la società ha sbagliato, ma sempre in buona fede.

Cosa l’ha convinta a cambiare atteggiamento?

In questi giorni ho ricevuto 50/60 telefonate da persone di Arezzo, che non so nemmeno come abbiano avuto il mio numero di cellulare. Quasi tutte mi hanno rimproverato per alcune scelte infelici, ma mi hanno pure invitato a non mollare. E’ stato importante.

 

E’ convinto che ci siano i margini per ricucire?

Forse non subito, ma alla lunga sì. Chiederò ai tifosi, se avrò l’opportunità di parlarci, un patto di fine stagione. Magari possono aiutarmi a vedere cose che io non sono riuscito a mettere a fuoco. Il calcio non è un mondo facile. Ci ho messo un anno per capire certe dinamiche di Arezzo.

Ma com’è possibile che un imprenditore decida di investire milioni nel calcio senza prima aver analizzato a fondo la città dove andrà a lavorare, i trascorsi della società, gli umori della tifoseria?

Parlo per me. Io Arezzo la conosco dal 1989, quando ci ho fatto il militare. Poi ci sono venuto per 4 o 5 weekend all’anno, ogni anno. Quando mi hanno proposto di acquisire la società, non sono stato a pensarci sopra. Per me era un cerchio che si chiudeva. Col senno di poi, è stato un errore anche questo: a me il calcio è sempre piaciuto ma non mi considero un esperto. Dovevo approfondire di più.

Di acquisire la società gliel’hanno proposto? In che modo?

Noi come gruppo Mag lavoriamo con un grande studio legale di Roma, che tramite un intermediario stava trattando la vendita dell’Arezzo a un potenziale acquirente. Mi trovai lì, per pura coincidenza, pochi minuti dopo una riunione dedicata a quell'operazione e nacque il contatto. Ho rilevato il club in 72 ore, il 13 agosto.

Un azzardo.

E’ una scelta che rifarei. Anzi, mi faccia chiarire un’altra cosa. Quella frase sullo stadio da chiudere fu infelice, fui tradito dal mio carattere. Mi ero già scusato ma, se serve, lo faccio di nuovo. So bene che quella non è casa mia e che la società è della gente. Mi spiace che su questo si siano innestate le polemiche ma penso che un litigio forte, se superato, possa anche fare bene.

Qua però siamo andati oltre il litigio forte.

Lo so, siamo quasi al divorzio. Ma l’Arezzo ha bisogno di stabilità.

In queste settimane non c’è stata nessuna vera trattativa per cedere la società?

Due o tre chiacchierate come se fossimo al bar, niente di più. Altrimenti avrei avvertito il socio di minoranza.

Con Orgoglio Amaranto, dopo le tensioni dell'ultimo periodo, cosa ha intenzione di fare?

C’è un rapporto da ricomporre, indubbiamente. Ma l’aumento di capitale deliberato nell’ultima assemblea va nella direzione di un rafforzamento complessivo. E i tempi tecnici per sottoscriverlo sono fondamentali. Una volta versati i 3 milioni di euro, avremo ripianato quasi totalmente le perdite di bilancio. Mi auguro che questo venga compreso, poi sul resto ci metteremo a un tavolo con serenità.

 

Quanto vale una società nelle condizioni dell’Arezzo?

Vale. Ma lo ripeto: non vedo acquirenti in grado di garantire, oltre all’investimento iniziale, anche gli investimenti necessari per la gestione. Sarebbe una follia essere ricordato come quello che non ha ottenuto risultati sul campo e poi ha passato il testimone a un soggetto inaffidabile.

Le faccio la domanda, un po’ brutale forse, che si fa la gente: ma perché il gruppo Mag investe tutti questi soldi ad Arezzo?

Il nostro è un gruppo solido in un mercato importante. Avevamo necessità di lanciare il marchio New Energy a livello nazionale. Potevamo farlo in vari modi, compresi gli spot televisivi, ma sarebbe stato un flop. Abbiamo scelto la strada delle sponsorizzazioni sportive, e poi dell’acquisizione di una società blasonata come l’Arezzo, perché il calcio è un veicolo promozionale eccezionale. Dal 2020 i nostri contratti di gas e luce in Toscana sono triplicati. La Salernitana, grazie al nostro logo sulla maglia, ce ne ha portati tremila in più.

Il campo ha bocciato quasi tutte le vostre scelte. Come intende ristrutturare l’area tecnica?

Di errori ce ne sono stati, non posso negare l’evidenza. E’ che il calcio è un ambiente complicato. Muzzi, comunque, ha lasciato ogni incarico. Arriveremo a fine stagione con l’ad Selvaggio e il ds Tromboni. Poi, in base a come andranno le cose, tireremo le somme e porteremo avanti il nostro progetto. Mi faccia ringraziare il segretario Zinci, che per noi è una risorsa professionale importante.

Anche dal Comune era filtrata una certa irritazione per le sue parole. Ha sentito qualcuno?

Sì, ho parlato con l’assessore Scapecchi al telefono per un’ora abbondante. L’ho rassicurato sulle nostre intenzioni e ho garantito il rispetto del cronoprogramma delle ristrutturazioni sia a Le Caselle che allo stadio, dove il grosso degli interventi lo inizieremo a fine campionato per ovvie ragioni.

Retrocessione in D l’anno scorso, quest’anno lotta per il primo posto abbandonata a metà girone di andata. E’ consapevole che queste sono ferite dure da rimarginare?

Lo so bene. Però rivendico gli investimenti che stiamo facendo sulle strutture e il buon lavoro nelle giovanili, con lo scudetto della Primavera e i risultati delle squadre attuali, tutte in testa alle rispettive classifiche. Purtroppo abbiamo cominciato dalla parte sbagliata, la prima squadra è stata il nostro punto debole.

Quindi, nonostante tutto, va avanti?

Vado avanti. Se un giorno dovrò, vorrei lasciare l’Arezzo perlomeno dove l’ho trovato.

 

scritto da: Andrea Avato, 23/02/2022





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