Un'altra domenica di rimpianti, ma l'Arezzo adesso è più squadra. E il calendario aiuta

Il pareggio contro il Gavorrano lascia l'amaro in bocca, anche se il risultato di ieri allunga la striscia positiva (3 vittorie e 3 pareggi nelle ultime 6 giornate con soli 3 gol al passivo). San Donato e Poggibonsi scappano, però gli amaranto nell'ultimo periodo hanno trovato solidità e compattezza. Il finale di stagione può essere positivo: se servirà a qualcosa, lo scopriremo a luglio

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1. Pareggio giusto? Forse sì, forse no. L’Arezzo ha costruito qualcosa di più contro un Gavorrano solido, ordinato, che però non sembrava in gran giornata. I piazzati avrebbero potuto spostare gli equilibri e così è stato. Il gol di Calderini da palla ferma è stato annullato, il gol di Tiganj da palla ferma no. Poi l’Arezzo l’ha pareggiata grazie a un corner e avrebbe potuto vincerla su rigore. Nel complesso, una prestazione compatta della squadra, concentrata. Di sicuro la sconfitta sarebbe stata ingiusta.

 

2. Sono mancati i centravanti. Fontana di là e Persano di qua non hanno inciso. Bonura a sedere vicino a lui aveva Tiganj, l’ha messo e ci ha ricavato il gol. Mariotti in panchina un centravanti non ce l’aveva e ha dovuto mescolare le carte. Un’alternativa a Persano manca adesso e mancherà anche le prossime settimane. E’ la stranezza di un mercato che ha mosso non si sa quanti calciatori per restare con una prima punta di ruolo. Una.

 

3. Sempre sul mercato. Doratiotto era arrivato negli ultimi giorni, senza squilli di tromba, per andare a sostituire Strambelli. A Montevarchi aveva giocato poco e segnato zero, mentre in gioventù, a Cagliari, si era fatto apprezzare come uno dei ragazzi più promettenti. Qua, in cinque presenze, ha già firmato 3 gol, tutti da subentrato. E se i primi due (belli tecnicamente) erano serviti solo per le statistiche, quello di ieri è stato decisivo. Potrebbe valergli una chance da titolare, anche se gli incastri over-under non lo aiutano. A Cascina si vedrà.

 

4. Trasferta nel pisano, poi Sangiovannese e Tiferno di fila in casa. Quindi i due scontri diretti con San Donato e Poggibonsi. Il calendario non sarebbe male. Vediamo come va. 

 

 

5. Lazzarini è stato un bell’acquisto. E’ un ragazzo che sa fare tutto e lo fa con puntiglio, mettendoci gamba, fisicità, generosità. Non ha il piede di velluto ma non è nemmeno sotto la media. Ieri a destra ha comandato lui e, in cooperativa con Marchi, ha ridotto sia la spinta di Coccia che la verve di Sylla, due tra i più pericolosi. In crescita, e non da ieri, pure Ruggeri: più sicuro, più intraprendente, più dinamico, ha una bella corsa, deve sfruttarla con maggiore consapevolezza. Dopo mesi di anonimato, piano piano sta venendo fuori.

 

6. Di Persano si è detto. Un passo indietro anche per Van der Velden, non tanto per il duello aereo perso con Tiganj sul gol, quanto per la prestazione nel complesso, che Mariotti ha interrotto anticipatamente mandando in campo Biondi al suo posto. L’olandese è meno sicuro di prima, sia in avvio di azione che in chiusura, e si nota. Molto dipende, dettaglio non trascurabile, dal fatto che adesso gioca come centrale di destra nella difesa a quattro. Per un mancino come lui, cambia il mondo sia per la postura del corpo che per il piede da utilizzare. Abituarsi non è facile.

 

7. 11 punti conquistati in stagione contro le squadre della colonna sinistra della classifica, 30 contro le squadre della colonna destra. Questi i freddi numeri, al netto delle sfumature che la statistica non contempla.

 

8. Nel giorno in cui è sceso di nuovo a -13 dalla vetta, l'Arezzo ha confermato di essere in un buon momento. Sembra una contraddizione ma non lo è. Il terzo posto resta un punto più su, la striscia positiva si allunga (3 vittorie e 3 pareggi nelle ultime 6 con soli 3 gol al passivo) e il finale di stagione può essere positivo. Se servirà a qualcosa, lo scopriremo a luglio.

 

scritto da: Andrea Avato, 07/03/2022

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Serie D girone E / I gol della 23a giornata