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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Ecaterina di Bucarest
NEWS

Conti risanati, area tecnica credibile, ripescaggio. Tre cose che non si possono rimandare

Mancano dieci giornate alla fine di un campionato che l'Arezzo, salvo miracoli, non vincerà. Il campo ha bocciato (quasi) tutte le scelte d'inizio stagione e, in ottica futura, c'è assoluto bisogno di mettere alcuni punti fermi. Uno, il ripescaggio, non dipende solo da Manzo. Ma gli altri sì: ricapitalizzazione e ristrutturazione societaria sono passaggi fondamentali per rompere con il passato e programmare un futuro diverso



bandiere amaranto fuori dallo stadioSiamo all'ultima pausa di un campionato che l'Arezzo, salvo miracoli, non vincerà. Le buone intenzioni d'inizio stagione, e le scelte fatte dopo la retrocessione in D, sono state (quasi) tutte bocciate dal campo. Muzzi e De Vito, che con ruoli diversi governavano l'area tecnica, sono due ex. Il cambio d'allenatore operato da Tromboni in autunno, con Sussi subentrato a Mariotti, non ha pagato per più di un motivo. E Mariotti, difatti, è tornato in panchina sbandierando lo scarso tempismo del suo allontanamento, firmando a mò di riprova una striscia di sette risultati utili di fila (quattro vittorie e tre pareggi).

La squadra è al quarto posto, con il terzo a portata di mano, il secondo difficilmente raggiungibile e il primo che sembra andato. Il margine sulla zona play-off è di 5 punti, le prospettive attuali sono incoraggianti ma resta la zavorra dei tanti punti buttati nel girone di andata. E il tabù degli scontri diretti che, per un motivo o per l'altro, finora sono sempre andati male.

 

Se il 30 giugno finisse il mondo, potremmo metterci l'anima in pace. Siccome invece il mondo andrà avanti, e il calcio pure, c'è da capire come l'Arezzo potrà recuperare la fiducia dei tifosi nel progetto societario. L'inversione di rotta di Guglielmo Manzo ha delineato scenari nuovi. Con una premessa: se uno pensa che ci troviamo davanti a un gigantesco bluff, allora amen. Se uno invece pensa che Manzo abbia compreso l'importanza di svelenire il clima, riconoscere gli errori commessi e adoperarsi per correggerli, allora va ribadito che ci sono passaggi fondamentali da mettere in pratica, strettamente collegati tra loro.

 

il presidente Guglielmo ManzoUno riguarda la sostenibilità dei conti e le strategie per aumentare le entrate del club. Il processo di ricapitalizzazione da 3 milioni di euro (da sottoscrivere per il 25% del totale entro il 24 aprile) va portato avanti senza indugio, in modo da ripianare le perdite e mettersi in regola per un eventuale ripescaggio. Si tratta di tanti soldi ma non esistono alternative. La serie D, come abbiamo potuto constatare fin dai tempi di Graziani, Massetti, Severini e Ferretti, va abbandonata a ogni costo, in senso letterale. Sperando, ma questo non dipende da Manzo, che i ripescaggi ci siano.

 

Poi c'è la questione tecnica, che non riguarda esclusivamente la squadra in queste ultime dieci giornate. Ci sono da raggranellare più risultati possibili e c'è da vincere i play-off (tutto finalizzato alla ipotetica graduatoria dei ripescaggi) ma c'è soprattutto da ristrutturare l'Arezzo in ottica futura. Alla società servono punti fermi in grado non solo di fare mercato (che qua, con buona disponibilità economica e blasone, è relativamente facile) ma di gestire lo spogliatoio e le dinamiche collegate, di gestire l'allenatore, di gestire la piazza, di capire come e quando parlare, come e quando starsene in silenzio. Serve esperienza, curriculum, competenza, autorevolezza. In una parola: credibilità.

Il discorso si può allargare a tutta l'area gestionale. Le iniziative spot, scollegate tra loro e a volte anche dalla realtà, non fruttano nulla. Qua c'è necessità di un organigramma selezionato con cura, magari anche radicato nel territorio, perché i rapporti personali contano e nel marketing contano anche di più. Il centenario è sempre più vicino ed è un'urgenza ulteriore che spinge verso un restyling profondo. Non metterlo in atto vorrebbe dire dilatare le incertezze e le opacità. E l'Arezzo non se lo può permettere.

 

scritto da: Andrea Avato, 21/03/2022





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