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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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Ilaria e Massimiliano a Berlino
NEWS

Indiani emozionato, Indiani sfrontato, garanzia Giovannini, Vettori l'uomo del futuro

La voce rotta all'inizio della conferenza stampa e alcuni tratti del carattere che poi sono venuti a galla, il rapporto simbiotico con il direttore generale e i princìpi di gioco: l'allenatore ha elencato i suoi obiettivi (vincere con un mese d'anticipo, portare 5mila persone allo stadio), ma la gente si accontenterebbe anche di meno. L'aretinità dello staff, il vice allenatore in rampa di lancio e un desiderio in vista del centenario: speriamo nel ripescaggio, così alla serie D non ci si pensa più



l'allenatore Paolo Indiani1. Emozionarsi a 68 anni è un lusso per pochi. Paolo Indiani se l'è concesso ieri, durante la conferenza stampa di presentazione, e questo gli rende onore. Dopo una carriera come la sua, con nove campionati vinti e le esasperazioni del calcio vissute sulla pelle, non è scontato sentire dentro, ancora, quel fremito che increspa la voce. Evidentemente, come ha spiegato lui, Arezzo era sul serio un obiettivo ambito, che ogni tanto si materializzava per poi sparire e ricomparire un po' di tempo dopo. Ci teneva ad allenare qua e finalmente c'è riuscito. In bocca al lupo!

2. L'Arezzo in D non ha mai avuto un allenatore con il cv di Indiani. Non ce l'avevano Marini e Fontana, Pellegrini e Pellicanò, non ce l'aveva Cosmi (l'unico a conquistare la promozione), non ce l'avevano Carrara, Fratini, Coppola e nemmeno Bacis, Balbo, Nofri, Mezzanotti, Chiappini e Cardinali, per arrivare a Mariotti e Sussi. Per la prima volta nella storia, se sarà ancora serie D, l'Arezzo ha preso uno che ha la bacheca piena. E vediamo se la ruota gira veramente.

3. La vera ricchezza di Indiani, a ben vedere, si chiama Paolo Giovannini. Non è un caso che la presenza del dg sia stata decisiva per spingere il tecnico ad Arezzo. Al di là della fiducia e della stima tra i due, che dura da tempo, la presenza di un uomo forte alle spalle è la migliore garanzia per qualsiasi allenatore. E l'aspetto tecnico non è nemmeno quello più importante. Gestione delle cose di campo, della squadra, dello staff, delle difficoltà, della comunicazione con l'interno e l'esterno sono fondamentali. Il passo avanti della società, ripensando al passato, sta soprattutto qui.

 

i preparatori Magi e Pecorari4. ''Se il mercato fosse la cosa che conta di più, potrei lavorare venti giorni adesso e venti giorni in inverno, per poi starmene a casa. Invece il mercato conta per un 20-25 per cento'' (cit Paolo Giovannini).

5. Fedele al personaggio, e al suo carattere, Paolo Indiani è stato anche sfrontato in alcuni passaggi. Ha fatto capire che, senza la pausa per il covid, il San Donato sarebbe salito in Lega Pro già l'anno scorso, a spese del Montevarchi. Che ad Arezzo non sarebbe male conquistare la promozione con un mese d'anticipo. Che il suo obiettivo è portare cinquemila persone allo stadio. Noi, abituati alle traversie pluriennali di questa categoria, ci accontenteremmo di molto meno.

6. Il mister ha pure detto che vuole costruire una squadra che tiene il pallone e attacca con tanti uomini, ''a costo di prendere gol come il primo che ho preso quest'anno qui ad Arezzo''. Cioè con la difesa altissima a metà campo e Marras che si ritrovò solo davanti al portiere dopo una galoppata di quaranta metri. Indiani è esperto e scafato, dunque sa quel che dice. Noi, sempre per l'abitudine alle traversie di cui sopra, preferiremmo evitare di prendere gol in generale e di prenderlo a quel modo in particolare. Che poi magari non vinci, la domenica dopo ti gira storta, gli avversari giocano con la bava alla bocca e riparte la rumba. Dai peana alla richiesta di uno scalpo, il passo è breve. Ma Indiani sa anche questo (Giovannini idem).

7. Maurizio Pecorari, preparatore atletico, e Massimiliano Magi, preparatore dei portieri, sono aretini. In conferenza hanno speso parole molto vere, molto sentite, molto di pancia. E' stata una cosa bella.

 

il vice allenatore Federico Vettori8. Attenzione a Federico Vettori, l'uomo del futuro. Classe '82, ex difensore, da tre stagioni era il vice di Maraia al Pontedera. Se fosse rimasto in granata, Giovannini gli avrebbe affidato la prima squadra, segno di grande stima. Invece è andata in un altro modo e Vettori adesso farà il vice di Indiani, che è stato il suo allenatore. ''Federico era il mio capitano - ha detto Indiani. Di capitani ne ho avuti tanti in carriera, di miei capitani tre o quattro. Lui è tra questi''. Giocatore di temperamento, dieci anni fa in un Arezzo-Pontedera 2-4 ebbe uno screzio con la Minghelli, poi sepolto dal tempo che passa. Giovannini lo considera nato per stare in panchina: ha capacità di gestione, idee e personalità. Dopo Indiani, potrebbe toccare a lui.

9. Nel 2023 l'Arezzo festeggerà il centenario e gli dei del calcio, in previsione di questo, potrebbero cambiare atteggiamento rispetto alle ultime due stagioni. La gente non chiede troppe cose, solo un po' d'indulgenza. E qualche soddisfazione.

10. Alla luce del punto 9, del fatto che l'Arezzo in D ha festeggiato una volta sola nella storia, che vincere due volte di fila questo campionato in due società diverse è difficile anche se ti chiami Indiani, che dal 1923 per noi ci sono più tormenti che estasi, che Giovannini è bravo a valorizzare i giovani sia sul piano tecnico che economico, che a Città di Castello dicono che Piero Mancini voglia costruire uno squadrone, che di questa serie D non ne possiamo più, noi tifiamo tutti ripescaggio. 

 

scritto da: Andrea Avato, 07/06/2022





Presentazione del mister Paolo Indiani e dello staff
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