SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
Un anno fa il tricolore della Primavera. Sussi: ''Quei ragazzi avrebbero meritato più fiducia''
Il 20 giugno 2021 l'Arezzo conquistò il titolo di campione d'Italia dopo la vittoria contro il Cesena nella finalissima di Bomporto. L'allenatore ricorda: ''Fu un cammino esaltante, battemmo avversari quotati e quella rosa si sarebbe meritata maggiore considerazione. Io in prima squadra? Accetterei di nuovo, rinnegare quella scelta fu illogico da parte della società. Adesso ho un paio di contatti con squadre di Eccellenza, mi piacerebbe ripartire con i grandi''
TweetUn anno fa, il 20 giugno, l'Arezzo festeggiava il titolo di campione d'Italia nel torneo Primavera 3. Imbattuti, con un attacco super e una difesa di ferro, gli amaranto dopo aver dominato il girone fecero fuori il Perugia in semifinale con un rotondo 4-1 e il Cesena nella finalissima dopo i calci di rigore (tempi regolamentari chiusi sul 3-3).
Fu un risultato storico per la società, annacquato dalla retrocessione della prima squadra e oggi caduto un po' nel dimenticatoio perché di quella rosa, capace di macinare risultati incredibili, nessuno ha avuto le fortune che ci si aspettava. Nemmeno Andrea Sussi, allenatore che a marzo era subentrato a Mario Palazzi dopo un avvio di stagione interrotto per mesi dall'emergenza covid.
E' passato un anno, cosa resta oggi di quell'impresa?
Restano le sensazioni bellissime che non scorderemo mai. Abbiamo ancora una chat con tutti i ragazzi, ieri abbiamo postato video e commenti. E' stato bello ricordare le partite di Bomporto contro Perugia e Cesena, che erano avversari forti.
Il primo flash che ti torna in mente qual è?
Ne cito due. Appena arrivato in panchina, capii subito che potevamo farcela. E lo dissi allo spogliatoio. Poi in finale, durante un cooling break, eravamo sotto 3-2. Ci radunammo tutti insieme, in cerchio, e urlai che non poteva finire in quel modo. Pareggiammo e vincemmo ai rigori.
Quanto era competitivo quel campionato, analizzato a mente fredda?
Era competitivo, lo posso assicurare. Il Livorno, che arrivò a 5 punti da noi, aveva un bell'organico. Il Perugia anche, con Mancino capitano. Il Cesena quest'anno ha vinto la Primavera 2 e alcuni elementi sono arrivati alla prima squadra.
Perché pochi dei tuoi calciatori hanno trovato spazio e continuità nei mesi successivi?
Perché non hanno avuto la fiducia che meritavano, nemmeno ad Arezzo. Molti di loro avrebbero potuto far parte della rosa in serie D, invece si scelse diversamente. E' stato trascurato un bagaglio tecnico importante costruito dal ds Tromboni e anche un senso d'appartenenza che poteva fare comodo.
Tu hai sempre speso parole importanti per i gemelli Marras, Damiano e Niccolò.
E le confermo. Niccolò aveva segnato tanto, è un ottimo attaccante che purtruppo è stato fermato dalla pubalgia per mesi. Damiano è un centrocampista con grandi doti tecniche.
Che fine hanno fatto i calciatori dell'Arezzo tricolore?
I Marras e Memushi hanno giocato con l'Arezzo. Il portiere Gagliardi è andato ad Agliana, il terzino Bux al Tiferno, il centrale Ferraro e il centrocampista Tordella alla Lupa Frascati. Mussi è passato al Perugia primavera, Verdelli al Foiano, Pittaccio e Stampete hanno fatto benissimo con la primavera del Frosinone.
In questa stagione avevi ricominciato con la Juniores sulla stessa falsariga.
In un torneo di livello oggettivamente più basso. Ma la squadra, anche dopo il mio addio e con Zurli alla guida, ha perso solo il quarto di finale con la Pro Livorno, che poi ha conquistato il titolo nazionale.
Ci sono elementi della Juniores che potrebbero fare il salto a tuo giudizio?
Il centravanti Castaldo, che però è di proprietà del Parma. L'altro attaccante Morales. Il difensore De Pellegrin. La mia fortuna, quando ero un giovane calciatore, fu trovare compagni più anziani che mi aiutarono molto. Mi auguro che succeda la stessa cosa.
Con il senno di poi, accetteresti di nuovo di prendere la prima squadra in quel momento complicato?
Sì, perché ero convinto che saremmo risaliti in classifica. Dopo il 4-0 di Poggibonsi, grazie al mercato, migliorammo la squadra con innesti importanti. Purtroppo il San Donato volava e ad Arezzo il clima non era dei migliori.
Poi però, a cavallo di dicembre e gennaio, ci fu una flessione.
E' vero. A Scandicci e Trestina gli avversari giocarono con più fame di noi. Qualche giocatore forse aveva già la testa da un'altra parte, la campagna trasferimenti era aperta. In ogni caso, mi sarebbe servito più tempo.
Il guaio è che tempo non c'era.
Lo so, ma se scegli di promuovere direttore e allenatore delle giovanili, poi devi farli lavorare. Tornare indietro dopo sette partite è stato illogico. In un anno e mezzo avevo fatto tanto, mi aspettavo un trattamento diverso. Anche di tornare alla Juniores dopo l'esonero dalla prima squadra. Invece non ho sentito più nessuno, solo qualche telefonata di circostanza e stop.
Sei più tornato allo stadio?
Solo una volta, a vedere Arezzo-Forlì della juniores negli ottavi di finale.
E l'anno prossimo?
Ho avuto un paio di contatti con squadre di Eccellenza. Sono in attesa. Non chiudo le porte a una giovanile ma vorrei ricominciare dai grandi.
LA FOTOGALLERY DELLA FINALE AREZZO-CESENA
scritto da: Andrea Avato, 21/06/2022
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