Colore amaranto e cavallino rampante. In Argentina l'Ac Arezzo è una scuola calcio

Incredibile ma vero: nell'area metropolitana di Buenos Aires, per la precisione a Glew, 130 bambini e bambine giocano con simboli e accostamenti cromatici che richiamano l'Arezzo vero. La società si chiama Argentino Club Arezzo ed è stata fondata nel 2018. ''Siamo un'associazione senza fine di lucro - dice Jonathan Andrada - e amiamo la vostra città. Nel 2023 organizzeremo qualcosa per celebrare il il centenario''

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Maglia amaranto e cavallino sul petto. Simboli che accomunano varie squadre di calcio ma che fanno fermare lo scroll sul proprio smartphone quando di imbatti sul profilo dell'Ac Arezzo, il nome della vecchia società che chiuse i battenti nel giugno del 2010.

L'Ac Arezzo in questione non è in Italia bensì all'altro capo del mondo, per la precisione in Argentina, a Glew (poco meno di 60mila abitanti), nell'area metropolitana di Buenos Aires. Nella città del River Plate e del Boca Juniors c'è una realtà che si ispira a quella aretina. ''La maggior parte di noi tifa Boca ma dal 2018 anche Arezzo'' dice Jonathan Andrada, uno dei factotum di questo club, tra i suoi fondatori.

''Nel 2018, insieme a un gruppo di amici abbiamo creato una squadra per partecipare ad alcuni tornei. Ci piaceva il simbolo del cavallino e poi il colore amaranto ci ha colpito subito. La scelta è stata immediata e naturale''. Con il passare del tempo Jonathan e i suoi compagni di squadra hanno pensato di coinvolgere i propri figli.

''Cercavamo uno spazio dove stare insieme e giocare a calcio, così abbiamo creato una scuola calcio che oggi conta circa 130 iscritti. Nessun istruttore percepisce un rimborso, è una associazione senza alcun fine di lucro, cresciuta nel tempo, e che ha dovuto fare i conti anche con la pandemia. Il nostro motto è no juego al futbol para ser el mejor, juego para ser felix''.

Oltre ai simboli scelti per rappresentare l'Arezzo Argentino Club, nel club sudamericano c'è anche l'eco di quanto è arrrivato via web dalla Toscana.

''Non c'è stato alcun italoargentino checi ha influenzato nella scelta di nome e simbolo: abbiamo imparato a conoscere la città dalle foto trovate su internet e dai video sui social. Sappiamo che Roberto Benigni ha girato lì La vita è bella. Ci teniamo al nome Arezzo e proprio per questo il prossimo anno, quando ci sarà il centenario, contiamo di poter organizzare qualcosa per celebrare questo vostro traguardo''.

scritto da: La Redazione, 24/06/2022

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