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La Mostra permanente della Fauna Selvatica della Provincia

La polemica sul futuro della nostra provincia impazza. Il perseverare della linea “pro aree vaste” e soprattutto “pro Siena” del governatore della Toscana Enrico Rossi ha compattato partiti, associazioni di categoria e cittadini, che vedono nel declassamento immotivato (e illegale) di Arezzo un’azione che penalizzerebbe in maniera irreversibile un territorio già alle prese con le sue “gatte da pelare”. Questa situazione a tinte fosche mette a rischio la sopravvivenza anche di strutture nate da pochi anni ma che già si sono ritagliate uno spazio importante nei circuiti culturali cittadini. È il caso della Mostra permanente della Fauna Selvatica, un piccolo gioiello inaugurato nel 2007, ubicato all’interno del Palazzo della Provincia con ingresso da via dell’Orto.



La mostra è aperta ogni primo week end del meseLa polemica sul futuro della nostra provincia impazza. Il perseverare della linea “pro aree vaste” e soprattutto “pro Siena” del governatore della Toscana Enrico Rossi ha compattato partiti, associazioni di categoria e cittadini, che vedono nel declassamento immotivato (e illegale) di Arezzo un’azione che penalizzerebbe in maniera irreversibile un territorio già alle prese con le sue “gatte da pelare”.

Questa situazione a tinte fosche mette a rischio la sopravvivenza anche di strutture nate da pochi anni ma che già si sono ritagliate uno spazio importante nei circuiti culturali cittadini.

È il caso della Mostra permanente della Fauna Selvatica, un piccolo gioiello inaugurato nel 2007, ubicato all’interno del Palazzo della Provincia con ingresso da via dell’Orto.

Una mostra con oltre 600 esemplari di uccelli e mammiferi, fruibile grazie ad alcuni dipendenti provinciali che, in forma di volontariato, mettono a disposizione passione e competenza per guidare il visitatore in un luogo sorprendente.

Molti animali presenti facevano parte della collezione utilizzata per il riconoscimento delle specie durante gli esami di abilitazione all’esercizio venatorio, altri erano stati rinvenuti già deceduti in seguito a incidenti stradali, morti accidentali o per vecchiaia. Infine sono presenti alcuni esemplari sequestrati in seguito alla scoperta di attività di frodo.

Il diorama che riproduce una ambiente umidoIl loro stato di conservazione perfetto è dovuto alla “tassidermia”, una tecnica che blocca i processi di decadimento e decomposizione dei tessuti, e permette nel tempo di preservare l’aspetto di quando gli animali erano vivi. La maggior parte di loro è stata trattata dal tassidermista Vinicio Grandini.

Un corridoio d’ingresso, dove è collocata una stupenda collezione di variopinti uccelli esotici, donata dallo stesso Grandini, fa da anticamera alla mostra vera e propria.

La fauna autoctona trova posto in una grande sala realizzata ex novo sotto il giardino pensile. Gli esemplari presenti sono raggruppati per ordini e famiglie. Il percorso è circolare, con vetrine e teche che si dipanano lungo la circonferenza del locale, arricchito da foto scattate da Andrea Barghi.

Ci sono uccelli da preda, trampolieri, anatidi e altri acquatici, galliformi e culumbiformi, passeriformi e altri ordini di uccelli. Tra i mammiferi spiccano il lupo, la lince, la volpe, il cervo, il cinghiale, il muflone, il gatto selvatico, la lepre, i carnivori appartenenti alla famiglia dei mustelidi e graziosi roditori come lo scoiattolo e il ghiro. Due diorami ricostruiscono invece un ambiente umido e una porzione di bosco, con i loro principali frequentatori. Da segnalare anche la sezione legata a palchi e corna, le riproduzioni di uova e nidi e due vetrine con uccelli di piccole dimensioni e dai piumaggi curiosi.

Il diorama che riproduce una porzione di boscoLa mostra ha essenzialmente una funzione didattica. Sono attive collaborazioni con le scuole, perché quella aretina è una collezione che si presta a tanti strati di lettura. Esistono tre livelli principali, uno didattico di base per le scuole dell’infanzia, uno intermedio legato all’approfondimento delle specie per le scuole medie e un livello più alto per studenti delle classi superiori, l’università e gli adulti in generale.

E i turisti? In tanti visitano questa ala del Palazzo della Provincia e puntualmente ne rimangono affascinati.

La Mostra permanente della Fauna Selvatica è visitabile gratuitamente ogni primo week end del mese, in concomitanza con la Fiera Antiquaria, o su prenotazione per gruppi di almeno cinque persone.

Come ricorda Maria Grazia Frappi, una delle guide del museo «il fine principale è quello di trasmettere a tutti, in particolare alle nuove generazioni, la conoscenza del nostro patrimonio faunistico. Stimolare la curiosità e l’interesse per la natura, sensibilizzare l’osservatore alle problematiche ambientali e gestionali della fauna selvatica, lo aiuterà a rispettare il mondo che lo circonda e a creare un futuro migliore».

E Rossi permettendo, questo delizioso scrigno provinciale continuerà a rincorrere i suoi obiettivi anche in futuro.

 

museofaunaselvatica.oneminutesite.it


scritto da: Marco Botti, 14/09/2012





COMMENTI degli utenti

Commento 1 - Inviato da: alti60, il 14/09/2012 alle 10:38

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Rossi farebbe meglio a dimettersi subito noi ARETINI lotteremo perchè questo signore probabilmente imbeccato dal mps non rimanga un giorno di piu' su quello scranno tanto per quel che ci riguarda la regione non ha mai fatto niente per la nostra provincia anzi... quindi ribadiamo un semplice concetto "MAI AREZZO SOTTO SIENA"

Commento 2 - Inviato da: Hic Sunt Leones 75, il 14/09/2012 alle 12:00

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AREZZO  CAPOLUOGO !!!!!!

Siena + Rossi+ Firenze   = a  MERDE !!!

Commento 3 - Inviato da: Hic Sunt Leones 75, il 14/09/2012 alle 12:05

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 Per le Province si va verso un accordo di mediazione: tre aree vaste più Arezzo che - secondo l’ultimo censimento - avrebbe i numeri previsti dalla legge . Da dieci a quattro province? È un’ipotesi che l’incontro di lunedì sera al Pd di Arezzo con il presidente della Regione Enrico Rossi e il segretario regionale dei democratici Andrea Manciulli rende plausibile. «Io resto fermo sulla mia posizione favorevole alle tre aree vaste, però comprendo le ragioni di Arezzo. Sulle richieste degli aretini di conservare la provincia, se hanno i numeri, come sembra, non sono nè contro e nè a favore», spiega Rossi al Tirreno, alla fine della giunta pomeridiana e prima di imbarcarsi in auto alla volta di Arezzo.

L’ipotesi è forte. La conferma viene anche da un aretino, Marco Manneschi, Idv, presidente della prima commissione consiliare: «Sì, c’è la disponibilità a valutare la possibilità di confermare la provincia ad Arezzo. Come aretino mi va anche bene, ma la ritengo per la mia città una vittoria di Pirro. Finiremo per essere la provincia più piccola d’Italia».

Ma la speranza che l’apertura alla provincia di Arezzo possa riaprire i giochi non è del tutto fondata. Anche perché con Arezzo provincia, Grosseto e Siena possono unirsi. Si indebolirebbe la compattezza del fronte dei presidenti di provincia. «Arezzo è sicuramente il caso più spinoso», riconosce Manciulli.

Intanto ieri si è insediata la commissione regionale e Cal con qualche malumore. Il presidente della provincia di Firenze Andrea Barducci avrebbe voluto discutere di contenuti e non di procedure. Ma l’interesse del vertice del Pd è quello di non accorciare i passaggi istituzionali. Confidando che il fattore tempo possa agevolare una soluzione di compromesso.

Commento 4 - Inviato da: il ferro, il 14/09/2012 alle 22:21

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tra la fauna selvatica metterei anche la "razza verde": i rom e non verde perchè ecologica, ma perchè anche se sani hanno il colorito a "menevado". fauna stanziale camuffata da migratoria protetta dalle istituzioni nonostante il gran numero....REPULISTI!!!!

Commento 5 - Inviato da: Amaranta, il 15/09/2012 alle 00:08

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Comunque noi siamo clamorosi, sempre i casi limite, ci toccano. Arezzo sarebbe l'unica provincia italiana soppressa (ma lo vedremo) pur avendo i requisiti per rimanere.

Commento 6 - Inviato da: Hic Sunt Leones 75, il 15/09/2012 alle 10:43

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  quello che vogliono fare contro Arezzo è la  solita politica  del czzo..,  vinceremo  noi x che si ha il coltello dalla parte del manico ossia i numeri decisi  dalla legge  .  anche se poi  i  capi dei capi  regionali c'è la faranno pagare  cara  ,boicottando diversi  futuri finanziamenti, ma  è  gia capitato  come lo snodo di olmo.

Anche se il  signor  Rossi , se avesse usato il  proprio cervello ( e non quello di altri )  avrebbe indicato arezzo  il capoluogo  naturale   dell Area vasta, cosi lui avrebbe tre aree  vaste, e noi  ci si riprendeva la nostra gloriosa  storia  e si rifaceva  l'Etruria... 

 

Commento 7 - Inviato da: il ferro, il 15/09/2012 alle 10:50

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siena.....gli s'entrò anche in curva e stettero muti.....falli anche comandare sti 4 pocciafaveequineaccidentalpalioealbrunello

Commento 8 - Inviato da: chiana, il 15/09/2012 alle 23:59

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Il problema in definitiva non sarebbe nemmeno l'area vasta o la provincia... anche l'area vasta potrebbe andare bene ma il capoluogo DOVREBBE ESSERE AREZZO (come fra l'altro indicherebbe la legge) e non quei cacaricciarelli di siena che, morto il mps e l'università (già alla canna del gas), non hanno nemmeno gli occhi per piangere.