Blog - I 12 euro del Buitoni per un po' di offese, due zampate e tante scuse

Cronistoria semiseria di un pomeriggio di frustrazione, dove la partita persa ha fatto da cornice a una situazione imbarazzante, tra accrediti scomparsi, ingressi negati, improperi, denaro pagato e poi restituito. Tutto ciò mentre il divieto del Casms veniva aggirato in scioltezza. Chi di dovere, forse, dovrebbe delle spiegazioni

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Della partita (non) giocata e persa si è detto e scritto tutto. Del pre e post invece ancora no. Allora, ricapitolando. Ore quattordici e trenta. Mentre siamo sistemati nella tribuna stampa del Buitoni (una tavolozza in pendenza mezza scassata), si presenta tutto trafelato un inserviente del Sansepolcro (ma il ruolo esatto onestamente non l’ho capito) che con l’espressione stravolta dall’agitazione si mette a urlare contro Matteo Marzotti: “se vuoi stare qui, devi pagare”. 12 euro. Andati a vuoto i tentativi di riportarlo alla ragione, impresa disperata fin da subito, capisco che dev’esserci un problema con gli accrediti. Il tizio che sbraita infatti sostiene di non aver ricevuto nessun fax, nessuna email, niente di niente. Lascio Matteo in postazione e seguo lo strano tipo fino all’ingresso, mentre lui continua a bofonchiare che non si fa prendere in giro da nessuno. Figuriamoci. Gli dico bonariamente che la sta facendo troppo lunga, ma si inalbera sempre di più e ripete che a lui non la si fa. Mi bolle il sangue e argomento che sta cominciando a darmi fastidio col suo tono da boss de noantri. E i 12 euro non c’entrano. Arriviamo al botteghino, c’è pure Giulio Cirinei bloccato di là dall’uscio. L’accredito non lo trovano e non passa nemmeno il fotografo. Il tizio vestito di nero, appagato nel mostrarsi cazzuto davanti ai compaesani che entrano in tribuna, mi passa al telefono l’addetto stampa del Sansepolcro, l’unica persona a modo di tutta la storia. Gli spiego che l’accredito l’ho mandato per email, che c’era in allegato il file di word con tutti i nominativi del caso. Mi spiega che di queste cose se ne occupa il segretario, che non ha le password per accedere alla posta elettronica del segretario e che proverà a contattare il segretario. Mentre mi dice ciò, davanti a me si presenta proprio lui, il segretario. Cartellina in mano, si dimostra della stessa fatta del tizio di prima, che ancora è lì e ripete “devi pagare, devi pagare, devi pagare”. “Qual è il problema?”. “Il problema è che vi ho mandato l’accredito per due giornalisti e un fotografo, ma evidentemente non avete visto l’allegato”. “Impossibile, la posta la controllo io e l’allegato non c’era”. “Guarda che ti sbagli, sono anni che mando richieste di accredito”. “A noi non è arrivato niente”. Il dubbio che prenda un granchio nemmeno lo sfiora, del resto deve recitare la parte del duro e va avanti a capo basso. “Ok, ammettiamo che io abbia dimenticato l’allegato. Ci sono un giornalista e un fotografo che devono entrare. Come possiamo fare?”. “Uno entra, uno paga”. “Ma perché? Se è stata una dimenticanza, usiamo un po’ di cervello”. “Ho direttive dal presidente di fare così: uno entra, uno paga”. Mi prende un senso di frustrazione immenso. Venire a Sansepolcro, ciucciarsi la serie D e trovare pure un travet che fa il fenomeno, dopo che un altro nonsochi ha fatto il fenomeno pure lui. Caccio di tasca i 12 euro e per un attimo penso che alla fine, in un sussulto di dignità, il segretario mi dirà che “va beh, per questa volta chiudo un occhio”. Macché. Prende i soldi, gira il culo e va. L’altro, nel frattempo, si è dileguato. Torno in tribuna bestemmiando con tutte le ragioni del caso. Non per i 12 euro, ma per il principio e il modo di fare da furbetti del quartierino. Passano cinque minuti e mi viene incontro un ragazzo. Mi porge i 12 euro: “con tante scuse, il segretario si era dimenticato di stampare l’allegato”. E’ l’addetto stampa, gli stringo la mano, gli spiego, lo ringrazio.
Poi comincia la partita. Quando finisce, un energumeno transita sotto la postazione stampa e comincia a urlare. Prima roba da sorriderci sopra (“stasera chissà che tristezza a Teletruria”, “ora ridite che il campo è piccolo”), poi fa il salto di qualità e comincia a offendere: “cretino, che cazzo guardi?” e ancora “cretino” e poi “cretino”. Viene su, prova a smanettare sulla tavolozza, gli dico di andare a casa e ci mettiamo naso a naso per qualche secondo, quindi tira due zampate a vuoto a Saverio Crestini e alla fine lo portano via. Passa una signora e chiede venia per lui: “avete avuto a che fare col più stupido del Borgo”. No problem, in fin dei conti non è successo niente per un’ora e mezza. E in tribuna c’era pure gente di Arezzo. Già. Ma i biglietti non dovevano venderli solo ai residenti a Sansepolcro? Ma non serviva il documento d’identità? E il provvedimento del Casms? Vuol dire che la prossima volta, se uno va di soqquatto, poi entra uguale a prescindere? Chi doveva controllare non ha controllato? Non sarebbe il caso che qualcuno desse spiegazioni?
Sala interviste. Parla Balbo. Mi giro e scorgo il segretario. “Complimenti, hai fatto tutto ‘sto casino e poi l’errore era il tuo. Proprio bravo”. La risposta è scoraggiante: “i soldi te li ho fatti restituire”. Il problema, per lui, erano i 12 euro.

 

scritto da: Andrea Avato, 17/09/2012

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