Atlantide ADV
AMARANTO TV

SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Luigi in Egitto
NEWS

Il derby di Ceravolo: ''Partita apertissima. Arezzo? Bei ricordi, ma doveva finire diversamente''

Oggi è il direttore sportivo del Livorno, al Comunale ha lavorato nella stagione 2009/10 e per la prima volta incrocia il suo passato aretino da avversario. Con Piero Mancini firmò un quinquennale, venne paragonato a Marchionne, però poi il presidente chiuse con il calcio: ''Fu un dispiacere, avevamo giovani forti che avrebbero portato soldi in cassa. Ma ho imparato che tutto è legato ai risultati. Lunedì sarà dura per tutte e due le squadre: Erpen è sempre lui, Foscarini non è in discussione''



Franco Ceravolo, una sola stagione ad ArezzoDi Franco Ceravolo ad Arezzo rimangono ben impresse in mente due giornate: la prima e l'ultima. Piero Mancini lo presentò alla stampa con un contratto quinquennale appena firmato, gongolando al punto di dire che ''è come avere Sergio Marchionne alla Cometi'', piccola società del gruppo Ciet. Erano i primi di luglio del 2009. A maggio del 2010, dopo l'eliminazione play-off di Cremona, Ceravolo e Mancini erano ancora fianco a fianco nella tribuna dello ''Zini'' ma lontanissimi per idee, stati d'animo e prospettive. Il direttore voleva continuare il progetto e abbassare i costi, anche perché il quinquennale stava sempre lì. Il presidente invece proprio non sopportava l'idea di gestire un'altra stagione di terza serie. Difatti poi andò come andò. Oggi Ceravolo è il direttore sportivo del Livorno e lunedì incrocerà l'Arezzo da avversario per la prima volta dopo l'addio.

 

Direttore, che ricordi ha?

''Bellissimi. Il tempo aiuta a rimettere in ordine le cose e di Arezzo non posso che parlare bene''.

Nonostante l'epilogo?

''Quella fine traumatica non dipese da me, fu un dispiacere grande. Però il presidente era stanco e decise d'impulso, senza ascoltare nessuno. Avevamo tanti giovani di proprietà che potevano portare soldi in cassa, l'Arezzo era in grado di abbassare i costi e restare competitivo''.

Se li ricorda quei giovani?

''Come no? Laverone gioca stabilmente in B. Maniero idem. Figliomeni anche. Poli ha fatto la serie A con il Carpi. Venitucci era un altro ragazzo interessante. Più tutti gli altri. Purtroppo in quel periodo l'ambiente era in fibrillazione e Mancini volle chiudere. Avesse avuto un altro po' di pazienza...''.

Cioè, l'Arezzo sarebbe tornato in B?

''Ci siamo andati vicini anche quell'anno. Bastava ristrutturare la rosa, tagliare gli ingaggi più pesanti e inserire i giocatori giusti. La base era perfetta e il progetto era a media scadenza''.

Cinque anni.

''Io avevo chiesto un contratto lungo perché per venire ad Arezzo rinunciai a offerte dalla serie A. Ma feci una scelta di vita, mi piaceva l'idea di ripartire dal basso senza le tensioni e i veleni del calcio di vertice. Servivano tempo e serenità. Purtroppo è andata in un altro modo''.

 

con il presidente Piero ManciniQuello fu anche l'anno della grottesca staffetta tra Semplici e Galderisi in panchina. Colpa di chi?

''Colpa di nessuno. Quando arrivai, Semplici era già stato scelto. La squadra però non si esprimeva al massimo e decisi di cambiare. Galderisi fece un ottimo lavoro, non dimentichiamolo. Poi a fine anno si accavallarono varie situazioni, ma oggi ho buoni rapporti con entrambi. Non c'era nulla di personale in quegli avvicendamenti, anzi. Semplici tra l'altro è migliorato molto e credo che qualche mio consiglio lo abbia ascoltato''.

Lunedì è più dura per l'Arezzo o per il suo Livorno?

''Per tutte e due le squadre. E' un derby, può uscire qualsiasi risultato. Diciamo che l'Arezzo ha più tranquillità, noi conviviamo da settimane con gli infortuni e ci servirebbe una bella vittoria anche per il pubblico, che ci segue con calore nonostante tutto''.

Come le sembra l'Arezzo di Sottili?

''L'ho visto diverse volte, sono venuto anche al Comunale di recente. E' una buona squadra, in salute, la classifica non mente mai. Mi piace come gioca e mi piace Erpen, che presi in quella mia stagione ad Arezzo. Ha 35 anni ma sembra un ragazzino, con la solita tecnica incredibile''.

Nel Livorno rientra Cellini?

''Spero di sì, ma su quest'argomento preferisco non dire niente. Ne parlerà l'allenatore''.

A proposito di allenatore. Foscarini è in bilico, come si legge da qualche parte, oppure no?

''Assolutamente no, Foscarini non è mai stato in discussione. Lui è un valore aggiunto per questo gruppo, sta lavorando sodo e bene. Purtroppo non può fare i miracoli e noi abbiamo fuori giocatori importanti. Ma ci riprenderemo''.

Quant'è cambiato Franco Ceravolo da quel pomeriggio di Cremona di sei anni fa?

''Un po', ma non troppo. Amo questo lavoro, la passione è la stessa in serie A e in Lega Pro. Ho l'entusiasmo di quand'ero ragazzino. Di diverso dai miei inizi c'è che ho capito una cosa: stringi stringi, tutti i giudizi dipendono solo dai risultati''.

Come quell'anno ad Arezzo.

''Precisamente. Fossimo andati in B, chissà cosa sarebbe successo dopo''.

 

Leggi anche - Ceravolo, il progetto continua (del 25 maggio 2010)

 

scritto da: Andrea Avato, 22/10/2016





Minigallery di Franco Ceravolo ad Arezzo
comments powered by Disqus